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  • Immagine del redattoreSandro Usai

Vivo o morto, basta che sia PNRR.


PNRR
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Per chi come me opera in una piccola impresa, a favore dell'innovazione di processo e di nuove tecnologie informatiche al servizio delle PMI e della PA, sta capendo in questo periodo quanto impatterà la trasformazione digitale nella vita del piccolo imprenditore.


Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato presentato e sbandierato come la più grande opportunità da non perdere per il futuro del nostro Paese. Sicuramente lo sarà ma, temo, a scapito di tante piccole imprese e imprenditori che alla fine spariranno dagli attuali scenari di mercato.


Il PNRR è davvero una misura poderosa di capitali riservato ai grandi player che se lo sono banchettati ai tavoli negoziali dei vari Ministeri.


Per la parte informatica infrastrutturale è importante notare l'indirizzo che ha voluto seguire il ministro Colao. Egli sta indirizzando il futuro dei servizi informatici della PA verso la piattaforma cloud centralizzata. Le due cordate che stanno concorrendo, entrambi senza una propria tecnologia, puntano su piattaforme americane di cloud in barba anche agli obblighi del Regolamento privacy europeo. Proprio la scelta di queste architetture favorirà la scomparsa di tante piccole aziende che oggi sono il pilastro portante di tante PA curandone l'assistenza sistemistica.


La Sardegna si troverà presto a depauperare un enorme capitale di conoscenza e professionalità costruito in decenni di lavoro al servizio dei clienti.


Tra le aziende più grosse che rischiano di non avere futuro sicuramente rientra la società in house della Regione Sardegna, Sardegna IT, che con i suoi 116 dipendenti è tra le realtà più importanti presenti nel territorio. Ma non è l'unica naturalmente.


E tutto questo accadrà proprio perché la scelta di avere un sistema centralizzato, seppur distribuito su più data center, al servizio della PA provocherà, come conseguenza, la riduzione della presenza di società locali con compiti di supporto e assistenza alle infrastrutture server.

Il fenomeno è iniziato da anni si è materializzato con le gare Consip pensate e strutturate per ridurre i costi sostenuti dallo Stato. Il sistema, di fatto riservato ai grandi player, ha avviato la prima fase di eliminazione delle piccole e medie imprese che sono passate da avere contratti con i clienti finali al ruolo di subappaltatori.


Naturalmente, siccome questi player non sono strutturati per svolgere tutti lavori operativi che sono chiamati a coprire si rivolgono alle società locali che, spesso in regime di continuità, proseguono a operare ma riducendo i margini di guadagno e quindi la capacità di investimento per rimanere competitivi nel mercato.


Insomma con la Consip c'è stata una compressione, verso il basso, delle tariffe professionali a scapito del territorio senza che questo abbia comportato un vantaggio economico per la PA. E oggi si sta materializzando uno scenario anche peggiore perché stanno per sparire le infrastrutture server e quindi il motivo che tiene in vita le imprese di servizi informatici.

Davanti a questo scenario dico che bene farebbe la politica regionale a intraprendere forme di tutela delle professionalità presenti nelle PMI, comprese quelle a partecipazione pubblica, ricercando forme migliorative di coinvolgimento delle imprese. In alternativa a breve ci troveremo una Sardegna desertificata anche nel settore delle professioni informatiche e a nulla potranno servire le bombole di ossigeno offerte dalla politica miope che non ha capito che con il PNRR la Sardegna rischia di impoverirsi del capitale umano a vantaggio dell'effetto finanziario previsto per i soliti noti.


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