Ce lo dicono in tanti, sondaggisti, guru, giornalisti: Quest'anno saranno vacanze di prossimità.
La crisi economica conseguente alla pandemia e le regole sul distanziamento sociale, associate ai divieti di assembramento, ci costringeranno a rivedere le abitudini anche in vacanza.
Ok, ci avete convinto! Faremo le vacanze in Sardegna. Adesso viene la parte più bella. Organizzare la vacanza.
Al mare o all'interno? In albergo o in una casa vacanza? In paese o in un villaggio? Con amici o da soli? Visto che rimaniamo in Sardegna Fido viene con noi? E in ufficio cosa dirò ai colleghi?
Accidenti già si prefigura un'impresa complicata. Sicuramente su internet trovo tutte le informazioni che mi servono.
Eja credici! Ci direbbero di nuovo le due attrici cagliaritane. Poi vi dirò chi sono.
Vai su Google e scrivi: Vacanze in Sardegna (se lo scrivi minuscolo è lo stesso, Google capisce uguale! 😉).
Naturalmente siccome siamo diventati tutti smart la ricerca la facciamo nella nostra appendice tecnologica, lo smartphone.
Vi prego provate per credere e così farete una lettura immersiva di questo post.
I risultati che ci propone il motore di ricerca sono la cartina tornasole della proposta turistica sarda.
Vi risparmio i commenti e le analisi perché sono certo che non ci mettete molto a capire chi sono i principali portali che offrono la destinazione Sardegna e quali prodotti mostrano nella loro vetrina.
Da parte mia mi limito a far notare che non esiste un’offerta turistica della Sardegna ma una proposta marino-balneare con l’obiettivo primario di prenotare una struttura alberghiera.
Quindi il noto e conosciuto personaggio sardo che non conosce la Sardegna (sono la maggior parte) e che quest’anno sceglie la sua terra come luogo di vacanza se va su internet non trova un approdo digitale “sicuro”, visto che piace molto questa parola, dove trovare l’ispirazione.
Ne consegue che se prima del Covid-19 sapevamo poco della Sardegna, oggi che siamo Covid-free (cit. Christian Solinas) continuiamo a non aver accesso alle informazioni per programmare la vacanza.
E, badate, lo stesso accade ad un vacanziere italiano che fa la sua ricerca per un soggiorno nell’isola.
Ancora una volta ci presentiamo impreparati a cogliere le sfide che si presentano.
Mi domando dove vogliamo andare se siamo conciati così (male)?
La principale istituzione regionale continua nei proclami che annunciano azioni poderose per la comunicazione e promozione della Sardegna fatta sui principali network regionali analogici, senza esclusione di nessuno non si sa mai, ma prima di tutto dovrebbe curarsi di capire dove sono i contenuti, i prodotti le offerte. Il suo stesso portale web di Destinazione è in letargo da 5 anni.
Il ritardo cronico che mostriamo sul digitale si sta trasformando in una disfatta economica generale che nel turismo assume un valore catastrofico.
DIGITALE non è una parola vuota di significato come qualcuno pensa. È un valore culturale che impregna ogni cittadino del mondo e che sempre più sarà alla base delle nostre scelte come consumatori.
E proprio grazie al digitale che oggi siamo in grado di pesare il valore della Sardegna dal punto di vista turistico. Google non fa il tifo per noi, semplicemente mostra quello che offriamo in rete.
Tra l’altro qualcuno dovrebbe spiegare all’assessore pro-tempore regionale al turismo che prima si scrive il Piano di Marketing e poi si può parlare di Comunicazione e Promozione che non sono sinonimi ma rappresentano due fasi importanti delle azioni di marketing della destinazione.
La Promozione senza la Comunicazione rischia di rimanere lettera morta con spreco di soldi pubblici e scarsi risultati per il territorio. L’unico che ci guadagna è l’eventuale editore che mette in onda lo spot!
Naturalmente per comunicare bene ci serve un certo know how e capacità tecnica. Beppe Severgnini ci ha provato qualche giorno fa con una efficace iniziativa.
Ancora una volta la nostra isola sconta il ritardo culturale sul dominio del turismo che è ancora albergocentrico con palese incapacità di creare una sinergia con il resto del territorio.
Qualcuno avvisi il pilota che la rotta è sbagliata.
Bisogna tornare ai fondamentali e curarsi di censire e diagnosticare i territori per capire se esiste un prodotto turistico degno di essere spinto all’interno di offerte includenti gli spazi vivi della Destinazione Sardegna. Sarebbe già un grande gesto intelligente e lungimirante che mostrerebbe un cambio di visione nel tentativo di migliorare l'offerta turistica.
La mano pubblica è indispensabile per ridisegnare l'offerta turistica che i territori attendono oltre gli annunci ripetuti a cantilena sulla Destagionalizzazione (termine più brutto non si potevano inventare).
Più che il tempo del marketing è il tempo di essere seri e chiederci quale Sardegna vogliamo portare in dono ai sardi e ai vacanzieri d’oltremare.
Se continuiamo a farci i film recitando la parte de “su mellus” (i migliori) non avremo futuro e ci ritroveremo un giorno infelici senza sapere il motivo.
Ci aspettano sfide importanti dove è indispensabile il supporto e l’aiuto di menti illuminate che non si fanno dettare il compitino dagli assessori di turno e operano in favore dello sviluppo dei territori e dei sardi.
Un grazie particolare va alle mie amiche Tiziana Troja e Michela Sale Musio che sono sempre fonte di ispirazione.
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