Ogni volta che studio i riflessi sociali e economici che sono legati allo schema del bando sulla Continuità territoriale scopro interessanti elementi che ci dovrebbero far riflettere tutti per le ricadute.
E la questione vera non è il sacrosanto diritto dei sardi di potersi spostare nel territorio nazionale con un bouquet di servizi indispensabili ma i modi con cui la Regione intende affrontare la questione. Il bando attuale lascia varchi aperti che inducono distorsioni che inquinano il regime di libero mercato e danneggiano la componente turistica che fruisce del surplus di posti offerti dai vettori aggiudicatari del servizio di Ct, tenuto conto che la capienza dei velivoli utilizzati è sovradimensionata rispetto alla reale necessità dei residenti.
È così che approfondendo le analisi di traffico rese disponibili dall'aeroporto di Cagliari emerge un fenomeno interessante da studiare per l'elemento di contradditorietà che consente ai vettori di aumentare le frequenze per le direttrici verso Linate e Fiumicino
"Nell'ipotesi in cui i sistemi di prenotazione evidenzino, per circostanze contingenti, una domanda di posti per singola tratta superiore al 91% dell'offerta complessiva giornaliera, il vettore che ha accettato gli oneri di servizio pubblico sulla rotta è tenuto ad incrementare l'offerta introducendo voli supplementari o utilizzando aeromobili di capienza superiore senza alcun onere per la Regione Autonoma della Sardegna"
Come si può vedere l'articolo del bando non specifica se questo obbligo scatta per garantire i posti ai residenti oppure ai non residenti.
Il risultato di questo varco produce il grafico riportato sotto relativo ai posti offerti per la direttrice Cagliari-Linate.
È altresì bizzarro che i posti offerti in Ct aumentano quando i passeggeri residenti diminuiscono (grafico sotto). Di fatto aumentano i posti offerti per catturare quote di passeggeri non residenti facendo concorrenza agli altri vettori ma con il vantaggio del monopolio previsto dalle condizioni del bando.
Per dirla in altri termini. La Ct territoriale aerea diventa la leva per operare slealmente nel libero mercato (delle tariffe) grazie al monopolio sulla rotta. Una evidente contraddizione che avvantaggia i vettori che operano in regime di Oneri di Servizio Pubblico a svantaggio dei passeggeri non residenti, soprattutto nella stagione Summer IATA ch inizia l'ultima domenica di marzo e termina l'ultimo sabato di ottobre interessando in pieno il segmento turistico.
Credo che la Regione Sardegna sia consapevole di questa situazione che produce una evidente ingiustizia e una condizione che si presta a essere cassata dalla Commissione europea. Tra l'altro temo che questo stato di cose rischi di vanificare o danneggiare anche i residenti.
Siamo davanti ad una situazione che va sicuramente corretta e non serve a nulla gridare al diritto alla mobilità se poi le conseguenze di una mancata governance portano ad una penalizzazione dei passeggeri che si ritrovano a pagare un biglietto non sottoposto a top price e con in più in regime di monopolio favorendo il far west tariffario senza censura.
Ecco perché se la Regione vuole bene anche ai passeggeri non residenti (tra cui molti sardi) deve eliminare o rivedere la condizione di monopolio che favorisce il vettore e danneggia il territorio e lo sviluppo turistico.
Se a questo aggiungiamo che i residenti non hanno nessuna garanzia di priorità nella prenotazione di un posto ne consegue che il bando sulla Ct, così com'è concepito, favorisce i vettori senza fornire garanzie ai sardi e li lascia liberi di scorrazzare nel mercato libero favoriti da regole discutibili e contrarie ai principi di parità di accesso.
E ancora, se i passeggeri residenti diminuiscono d'estate per i vettori è una grande opportunità di guadagno perché possono spingere le tariffe sino alla follia. Tutto nella legalità prevista dal bando.
Se la Regione sa di questo inganno significa che è il pegno che devono pagare i non residenti che si rivolgono ai vettori in Ct per garantire ai residenti il diritto alla mobilità pena le gare deserte.
I risultati di questa gestione fuori controllo ha portato ad una diminuzione del 30% dei passeggeri in Ct.
La maggior parte dei residenti nel sud Sardegna infatti non utilizza la tratta verso Linate e si rivolge agli altri vettori per raggiungere le varie città del nord italia senza avere nessuna compensazione.
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