Quest’anno avevamo necessità di mettere a punto una strategia contenitiva degli effetti del Covid-19 sul turismo ricercando nuovi modi di approcciare al turista impaurito (anche di prendere l’aereo), angosciato, impoverito, menefreghista del contagio, in crisi economica, ricco, giovane, adulto, anziano, con il voucher.
Fare la giusta strategia non era facile. Dev’essere per questo che la Regione ha deciso di fare poco e, a vedere i risultati, con scarsa efficacia. Come ha detto l’assessore regionale al turismo rispondendo in modo piccato al Presidente regionale di Federalberghi, Paolo Manca: Che la stagione era andata si sapeva!
È così che quel poco che è stato messo in atto per la promozione è stato affidato ai giornali locali cartacei e online che hanno preso a pubblicare pubbliredazionali raccontando e decantando le bellezze, la storia, la tradizione, la cultura, l’enogastronomia della Sardegna.
Un revival di contenuti che provengono dalle varie testate giornalistiche, che scrivono senza un piano di divulgazione digitale per espandere il pubblico dei lettori probabili turisti, senza un piano editoriale, senza una strategia, senza un obiettivo chiaro e senza contare che anche il contenuto cartaceo è un contributo che può essere declinato per il digitale aumentando in modo esemplare la sua efficacia aiutando il lettore a svolgere un'esperienza più approfondita.
L'APPROCCIO. Ma la cosa che sorprende di questo lavoro, dedicato al turismo interno e approcciato con poca diligenza soprattutto da parte della Regione, è che rimane fine a se stesso e non va a rinforzare i contenuti dei canali web e social della stessa RAS e dei Comuni interessati sciupando la possibilità di creare valore aggiunto nel pubblico e possibilità di essere condiviso nelle piattaforme digitali Google, Facebook, Instagram, YouTube.
Insomma appare proprio un lavoro fatto tanto per farlo, senza credere nei risultati: Meglio questo di niente. Le male lingue dicono che è l’ennesimo regalo agli editori. È probabile che i blogger avrebbero potuto fare meglio, soprattutto verso il turismo estero, grande assente, visto i tanti follower a livello nazionale e internazionale.
Tra l’altro nei giornali online, prego verificate, la sezione TURISMO e pubbliredazionali è un di cui che non appare nel giusto risalto per i lettori. Non essendo un contenuto informativo non viene condiviso nelle loro pagine Facebook vanificando i soldi spesi dalla Regione con buona pace degli operatori e delle attività produttive collegate al turismo che poco otterranno da questa azione di comunicazione e marketing. Aggiungete che molti contenuti sono anche protetti dalla scritta RIPRODUZIONE RISERVATA pregiudicandone la piena disponibilità a terzi. È interessante anche dare uno sguardo alle URL utilizzate dalle testate giornalistiche per identificare la sezione dei pubbliredazionali che sarebbe stato meglio armonizzarla con le regole SEO per migliorare la ricerca dei contenuti con Google a favore della Sardegna.
L'AZIONE DEI COMUNI. Per contrastare il poco fatto dalla Regione i Comuni hanno cercato di tamponare commissionando spot di promozione del territorio. Forse mai come quest'estate sono apparsi tanti spot promozionali che sicuramente hanno fatto sentire i residenti importanti ma in concreto non credo che abbiano portato significativi vantaggi alle attività produttive del luogo.
Anche in questo caso la prova dell’engagement creato dagli spot la trovate su YouTube e Facebook.
Il risultato di queste azioni improvvisate, confuse e disarticolate è purtroppo davanti agli occhi di tutti che con gli insight di Facebook ci mostrano il risultato che hanno avuto nel pubblico.
L’immagine di copertina mostra il confronto di alcune pagine Facebook riconducibili ai Comuni e ad altri soggetti no profit attivi nel turismo. Il dato è eclatante di quanto lavoro c'è da fare.
IL CONFRONTO ITALIANO. Ad oggi il miglior canale social che parla di Sardegna, presente tra i big delle pagine Facebook nazionali, è https://www.facebook.com/Sardegna.Sardinia.Italy gestito da privati.
CONOSCENZE DIGITALI. Non credo ci sia qualcuno che si sorprende per questo risultato che mette la Sardegna in risalto per i risultati poco lusinghieri ottenuti dalle pubbliche amministrazioni rispetto ai privati.
Le amministrazioni pubbliche non sono preparate per sostenere la promozione del turismo sui canali social e web. Il digitale non è mai entrato nelle stanze dei Comuni, delle Province e della Regione nonostante siano loro i deputati principali per la promozione turistica. Hanno abdicato per un problema culturale senza capire che attraverso questi canali si può ottenere un grande vantaggio per la Destinazione e per gli operatori.
Vi invito a fare un giro nei siti web istituzionali e turistici e sulle pagine Facebook, Instagram e YouTube di questi Comuni per farvi un'idea del lavoro che ci aspetta. E gli altri Comuni non sono da meno.
La presenza nei canali social è impegnativa e costringe i gestori delle pagine a continue interazioni con il pubblico. Gestire i canali social è un lavoro delicato e importante che sin quando non verrà compreso e accettato potrebbe diventare una seria minaccia per il futuro di questo comparto che subisce la concorrenza in un mercato particolarmente agguerrito. Se da una parte rileviamo interesse da parte dei potenziali turisti per l'isola dall'altro dobbiamo fare in modo di monetizzarlo offrendo i servizi attraverso i canali digitali.
FORMAZIONE. Per lavorare con successo (che arriva nel tempo) nella gestione dei social è necessario ricercare figure professionali connesse a questi nuovi domini di saperi digitali che operano come artigiani affinando il loro talento nel tempo e fornendo al cliente i meritati risultati se il prodotto e le offerte turistiche sono ben strutturate.
Per formare persone che lavorano in questo settore bisogna investire sia nella scuola che nelle imprese e istituzioni. Mi sembra che la Sardegna stenti ad accettare questi nuovi profili rischiando di mancare gli appuntamenti più importanti nella innovazione che coinvolgerà pesantemente il turismo durante e dopo il Covid.
Verificando lo stato dell’arte in cui versano i canali social e web di buona parte delle amministrazioni pubbliche che hanno interesse nel turismo, e non solo, si riscontra la necessità di un grande lavoro individuale e di gruppo. Mi sto convincendo che stiamo sciupando l’occasione di poterci affermare presso il vasto pubblico di utenti presenti su Facebook, Instagram e YouTube rinunciando a sviluppare il valore dei contatti personali e mantenere attive le conversazioni che fidelizzano il turista/visitatore a favore delle piattaforme digitali di intermediazione.
Ecco perché, come ho già avuto modo di scrivere, l’uscita dello spot di promozione di un territorio deve essere preceduto e accompagnato da strategie di comunicazione e coinvolgimento che vanno oltre la fase stagionale (destagionalizzazione non mi piace ma fa capire il concetto!) a cui assistiamo con vergogna da molti anni.
Senza dimenticarci che si comunica e si promuove ciò che si ha e ciò che si può mostrare e vendere. Il resto è propaganda che ci si ritorce contro.
Probabilmente se siamo in questo stato di cose è perché manca il prodotto e l’offerta turistica adeguata al mezzo e allo strumento. Non mi sorprenderebbe che la principale causa sia proprio questa nonostante ce la suoniamo e cantiamo da soli utilizzando i ritmi della pompa magna.
IL 2021. Ci aspetta un 2021 molto impegnativo e il digitale è sicuramente uno degli strumenti principali su cui investire per migliorare le performance commerciali a meno che qualcuno pensa che ci salviamo perché siamo i più belli del mondo e quindi siamo senza concorrenza.
Alcuni link con le sezioni ai pubbliredazionali
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