Tutte le imprese e ancor di più quelle che operano nel turismo, stanno andando incontro al disastro economico.
Ogni giorno è alta la voce delle associazioni di categoria che reclamano aiuti economici e sostegno alle imprese associate.
Dietro ognuna di queste imprese non c’è solo l’imprenditore, ci sono dipendenti, fornitori, clienti, famiglie intere che sino a un mese fa, seppur tra mille difficoltà, riuscivano, dibattendosi con grande sforzo, a resistere ad un sistema finanziario-economico che non lasciava spazio di crescita.
Si galleggiava!
Se sei già stremato per sopravvivere giornalmente e poi arriva Covid-19, che non è il nome di un nuovo vettore aereo o di un prodotto di bellezza, allora l'area vitale del nostro ufficio e delle nostre azioni imprenditoriali viene spazzato via per fare spazio alla paura e alla conseguente povertà che si affaccia e si avvicina sempre di più.
Un’azienda che precipita non è solo un danno economico e sociale che coinvolge imprenditori e lavoratori, è anche un danno per il know how che si disperde e difficilmente si potrà ricomporre intorno ad una nuova ragione sociale post-Coronavirus.
Ma l’aiuto finanziario che fornirà lo Stato e gli altri enti impegnati per mitigare il disastro economico del nostro Paese sono solo una parte importante di quello di cui abbiamo bisogno.
Ad esempio nel turismo che è animato e vivacizzato da potenti campagne di comunicazione e marketing dovremmo sicuramente studiare come approcciare l’attenzione dei turisti anch’essi spaventati e segnati dalla pandemia sanitaria che ha colpito le nazioni europee fonte principale dei nostri target di incoming.
E allora mi chiedo quali messaggi dobbiamo dare, inviare, offrire in questo momento e subito dopo che il fenomeno si attenuerà, visto che in molti affermano che non sparirà del tutto e continuerà a minacciarci per molto tempo.
È questo il momento di confrontarci e discutere, di ascoltare tutti, di capire quale sia il livello di attenzione e sensibilità che è rimasto nelle persone che prevedevano un viaggio in Sardegna per trascorrere le loro vacanze.
La pandemia è arrivata nel momento in cui, in genere, il turista sta scegliendo la destinazione delle sue vacanze colpendo al cuore ogni sogno e desiderio.
Dobbiamo mantenere vivo il gusto di quel momento attraverso campagne di “mantenimento” capaci di coccolare i turisti e rassicurandoli che la nostra Destinazione ha capito il momento, ha predisposto tutte le azioni per il distanziamento sociale che toccherà anche le spiagge, che le strutture sanitarie sono all’avanguardia per garantire ogni situazione di criticità che possa sfiorare il nostro ospite, che siamo capaci, nonostante tutto, di sorridere ancora garantendo un elevato livello di servizi adeguati al momento e capaci di rispettare rigorosamente le indicazioni delle Istituzioni.
È il momento di tornare a guardare avanti con la fiducia che serve anche a risollevare gli animi delle persone che in questo momento stanno soffrendo e si disperano per il disastro che si prospetta davanti agli occhi di tutti.
Spero che oggi più di prima la Regione e l’Assessorato al Turismo si impegnino a elaborare una strategia di contenimento dei danni e studino la migliore campagna di comunicazione di sempre evitando stereotipi balneari o altri messaggi sul filone di quelli già visti.
È il momento di ricercare formule di marketing serio, sincero e leale verso tutti i clienti e ancor di più verso i turisti anche perché gli aiuti alle imprese non saranno a vita e prima riprendiamo le attività meglio è per tutti.
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