Ricevo tanti inviti a partecipare a webinar sul turismo. I temi sono i più vari e interessanti anche per la partecipazione qualificata di molti esperti relatori.
Si discute da mesi - esattamente da quando si è capita la catastrofe che stava arrivando con la pandemia - di come sarà il turismo post-Covid.
Le idee non mancano e neanche lo slancio. Tuttavia man mano che prendiamo consapevolezza che anche il 2021 è a forte rischio noto che molte iniziative annunciate stanno perdendo la grinta iniziale e l'energia positiva che le ha contraddistinte.
L’EUROPA. Dall’Europa arrivano segnali di forte richiamo ai paesi membri per rivedere i modelli di business del turismo al fine di indirizzare gli sforzi verso una offerta più sostenibile. L’Italia, e la Sardegna in particolare, si confrontano su questi temi e proprio pochi giorni fa sul Gruppo Facebook Aperiturismo è apparso un post interessante, a firma di Martina Catte (https://bityl.co/54Gx). Vi consiglio di leggerlo.
Prima che il tema della sostenibilità fosse così sentito e raccontato in tutti i modi possibili la narrazione ha cavalcato l’espressione Turismo esperienziale per caricare la vacanza di grandi significati e di percorsi indelebili quali dovrebbero essere, appunto, i viaggi.
È stato fatto un lavoro enorme di comunicazione che non ha dato seguito al lavoro di costruzione dei prodotti e delle offerte. La verità ce la dice la rete (web e social) che pur mostrando un elevato sentiment basato su Esperienza e Sostenibilità appare debole nella proposta che stenta a diventare realtà. Le poche offerte presenti in rete non decollano lasciando le prime pagine di Google alle solite e consumate proposte del ricettivo.
Fate una prova e cercate su Google:
Vacanze in Sardegna
Vacanze sostenibili Sardegna
Vacanze esperienziali Sardegna
Turismo sostenibile Sardegna
Turismo esperienziale Sardegna
E così via nelle varie combinazioni delle parole chiave nel tentativo di capire come si presenta la Sardegna nelle piattaforme digitali di riferimento per l’Europa.
Non vi tolgo il gusto di fare questa “esperienza” e mi limito a fornirvi la mia impressione.
Il messaggio che appare nelle anteprime - snippet - con la ricerca “vacanze in sardegna” è occupato da offerte di soggiorni in hotel e case in affitto. Di fatto le offerte presenti non propongono il filone esperienziale e sostenibile collegato alle nuove forme di fruizione del territorio che prevedono, in modo combinato, proposte in linea con il turismo responsabile, ecosostenibile, lento, di prossimità, etc.
Infatti per trovare la parola “Esperienziale” e “Sostenibile” bisogna selezionarle appositamente e le offerte che Google ci restituisce sono davvero poche.
Tutto questo mi fa pensare che gli operatori turistici stentano ad assumere lo sguardo verso il nuovo orizzonte e la nuova visione che prevede di identificare un profilo del cliente basato sul suo stato di VISITATORE (Visitor economy) green, adeguando le proposte presenti nei siti web secondo un approccio che mira a valorizzare ogni azione turistica svolta dall'ospite.
Non è solo un problema di adeguamento semantico dei contenuti dei siti. Manca proprio lo sforzo di svoltare conferendo all’approccio imprenditoriale slancio creativo per i nuovi format di vacanza e di viaggio in linea con la visione moderna del cliente che ricerca schemi in scia con i comportamenti virtuosi sempre più vicini al rispetto per la terra.
Il passaggio non è semplice e necessita di rivedere molte competenze e modi di pensare per poter costruire offerte in linea con le indicazioni che arrivano dal marketing del turismo sostenibile e per sfidare i competitor che si stanno affacciando poderosamente nel mercato post-Covid19.
Comprendo che la forza turistica della Sardegna negli anni si è sviluppata intorno al turismo marino-balneare e agli alberghi che fanno da cornice alle spiagge, ma i tempi sono cambiati e con essa la cultura dell’accoglienza.
Dalla breve ricerca emerge, anche, chiaramente che la Sardegna non ha un Single Digital Gateway per il turismo sostenibile e esperienziale dove far convergere le offerte - spesso ancora acerbe e frammentate - per iniziare a popolare un portale web dedicato a questa forma di fruizione del territorio.
Molte imprese turistiche che si stanno dedicando a costruire offerte con approcci di sostenibilità e esperienzialità sono ancora in fasce e hanno necessità di iniezioni di liquidità e di sostegno progettuale per irrobustirsi e rendersi autonome nel mercato.
Poi mi capita di riscontrare, a volte, un certo scetticismo da parte di molti esperti di turismo che intervengono negli webinar. È come se le due espressioni siano solo un componente modaiolo forgiato dal marketing, vuote di contenuti e portate a dissolversi davanti alla difficoltà di reggere il conto economico per la sopravvivenza delle imprese.
La difficoltà di reinventarsi, di immaginare una società diversa con logiche che superano o mitigano le attuali restrizioni stanno diventando il cappio al collo per molti operatori.
Eppure i dati forniti da Martina Catte dovrebbero incoraggiarci nella ricerca di nuovi schemi di offerta rispondenti ai criteri enunciati dal Parlamento europeo e recepiti dalla Commissione trasporti e turismo. Sarà interessante seguire gli sviluppi di una iniziativa che è stata avviata dall'assessorato regionale al turismo per la creazione di valore esperienziale e sostenibile connesso all'enoturismo.
Questo il link al sito https://www.uninuoro.it/sardinia-wine-lab-experience/
La Sardegna se vuole competere su questo piano fortemente innovativo deve dimostrare un po’ di audacia e tenacia e puntare a sviluppare proposte innovative basate su una visione del turismo coerente con gli indirizzi comunitari. Molto dipenderà dagli operatori turistici che dovranno attrezzarsi per curare la costruzione di proposte che valorizzano il prodotto paesaggio dove i residenti diventano uno dei pilastri importanti dei nuovi scenari accettando anche le eventuali resistenze e limitazioni.
Cambiare modello d’offerta significa anche accompagnare molti degli attuali referenti storici sui temi del turismo con altri attori che si aggiungono per ridisegnare i processi di creazione del prodotto in modo da inserirsi nei meccanismi e nelle dinamiche politiche che contraddistinguono gli attuali schemi partecipativi. Ci vuole maggiore collegialità per saper interpretare le nuove visioni di viaggio.
La politica locale e regionale ha un compito importante di indirizzo che non va sottovalutato e quindi diventa indispensabile sedere ai tavoli decisionali per incidere nelle scelte di indirizzo e imprimere una svolta decisiva voltando lo sguardo al futuro. Quel futuro rispettoso delle persone che oggi, spesso, sono poco più che fantasmi nel turismo e che ambiscono a vedere riconosciuto il loro ruolo e le loro competenze a vantaggio di tutti. Se accade questo siamo già nella buona strada!
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