L'ottimismo non manca nonostante il momento sia davvero difficile per tutto il comparto economico collegato al turismo.
Stiamo assistendo in diretta alla caduta verticale di tutti gli indici economici legati al movimento dei turisti nel globo. La Sardegna, subirà, a causa anche della dipendenza dai trasporti aerei e navali, un knockout molto pericoloso che dovrebbe essere monitorato da parte delle istituzioni politiche e finanziarie.
E non mi riferisco solo al ricettivo alberghiero, che rimane la spina dorsale di tutti i sistemi turistici, ma alle tante attività d'impresa che dal turismo traggono ricavi importanti per il loro sostentamento e sopravvivenza.
Covid-19 è come se ci avesse svaligiato la casa. La Regione Sardegna può cogliere questa occasione per mettere in atto politiche per lo sviluppo del turismo utilizzando nuove leve capaci di aumentare l'interesse dei prospect inducendoli a vivere un'esperienza di vacanza qui nell'isola, ampliando l’attenzione in linea con quello che ci raccomandano le autorità sanitarie ufficiali prediligendo formule outdoor.
Ammesso che siamo d'accordo su questo ragionamento ci serve mettere a confronto le varie visioni per disegnare lo sviluppo della ripresa del turismo che pur mantenendo il valore economico spinto dal ricettivo alberghiero deve individuare, in aggiunta, altri canali di ricavi per le mutate esigenze di fruizione della vacanza. Potremmo dire: Diversificare fa bene e mitiga il rischio.
Per farlo abbiamo necessità che le imprese e i residenti ci forniscano un contributo partecipato capace di aiutare e sostenere l'azione politica regionale e locale al fine di individuare i connotati e le legittime aspettative. Abbiamo un'occasione importante per farlo: evitiamo di essere sordi o fintamente distratti.
La spinta che può dare il comparto ricettivo
Il quadro che emerge dall'analisi dei numeri offerti dalla rilevazione Sired, per l'alberghiero, e dal portale Airdna, per l'extra alberghiero, ci mostra come si stanno modificando i costumi del soggiorno dei turisti.
Già questo sarebbe sufficiente per indagare quali sono le azioni turistiche più frequenti che mettono in atto gli ospiti che scelgono le due modalità ricettive.
Sicuramente siamo davanti a due profili di turista che andrebbero scrutati per favorire lo sviluppo di ulteriori filiere e nicchie di offerta sopite e tutte da sviluppare a vantaggio dei territori interessati.
Dal punto di vista del peso economico collegato al ricettivo, quello alberghiero è di gran lunga il più importante sia per giro d'affari che per preferenza dei turisti con forti ricadute nel territorio anche in termini di lavoratori coinvolti.
E questo vale nonostante la forte stagionalità che lo caratterizza dal punto di vista dell’offerta balneare limitandone gli effetti se riportati all'anno.
Ritengo che sarebbe altresì sciocco o, ancor peggio, dannoso creare contrapposizione tra l’alberghiero e le altre forme ricettive inducendo una competizione senza senso proprio perché opera su segmenti diversi di interesse. Il segnale più brutto in tal senso lo abbiamo visto nei giorni scorsi con i comunicati inviati da Confindustria, Federalberghi e Confcommercio alle Regione Sardegna.
Dal punto di vista socio-economico il comparto alberghiero va assolutamente tutelato e supportato con poderosi strumenti finanziari, proporzionati al valore in gioco del fatturato perso e del rischio di un depauperamento del valore immobiliare, puntando a promuovere l’innovazione dei processi che vanno implementati con moderni approcci digitali.
Soprattutto, il comparto va aiutato in proporzione alla capacità di sviluppare filiere di servizi che migliorano il territorio oltre alla capacità di includere addetti residenti.
Per questo vado affermando da tempo che serve una visione nuova di sviluppo del turismo in Sardegna che non può essere certamente affidata in esclusiva alle associazioni degli albergatori come spesso si riscontra nei dibattiti televisivi e negli incontri ufficiali. Lo sviluppo futuro della Sardegna dovrebbe tener conto delle esigenze della popolazione e delle imprese diventando una delle leve principali della sostenibilità.
In questi ultimi anni abbiamo assistito ad uno sviluppo costante del ricettivo extra alberghiero. Gli operatori a volte animati da facili guadagni o dalla necessità di integrare il reddito o, ancora, per colmare la mancanza totale di entrate, hanno trasformato le unità immobiliari sfitte in luoghi di accoglienza secondo le varie formule previste per legge sul turismo.
I numeri che accompagnano il comparto extra sono (erano nel 2019) in continua crescita e si contendono il primato con quelli alberghieri sulla base dei dati ufficiali e di quelli rilevati dal portale Airdna.
Dal punto di vista delle presenze turistiche (ufficiali + sommerso) è verosimile stimare che i due comparti contribuiscono alla pari in termini di presenze.
L’alberghiero e l’extra alberghiero sono entrambi utili e necessari alla Sardegna perché operano su segmenti diversi di turisti che proprio a causa della forte stagionalità degli hotel i secondi garantiscono una capacità ricettiva tutto l’anno garantendo nelle zone interne un minimo di accoglienza.
Entrambi servono a supportare le forme di turismi che si vanno sviluppando e affermando.
La Contaminazione
Tra i due comparti del ricettivo stimiamo circa 20milioni di presenze. Sulla base di queste cifre è possibile, pertanto, elaborare una stima del coefficiente di contaminazione che dipende dalle azioni che svolge ognuna delle strutture ricettive incidendo sulle azioni turistiche dei loro ospiti. Una ricerca in tal senso sarebbe auspicabile a cura di Enti di ricerca ingaggiati dalla Regione Sardegna.
Attraverso la qualificazione del coefficiente di contaminazione culturale del turista, spinto da tutti i soggetti e operatori con cui viene a contatto, sarà possibile verificare quanto risponde al vero il luogo comune che i turisti vogliono solo mare o altri luoghi comuni che tendono a distrarre le vere questioni sul tappeto.
Un elemento di riflessione ci viene da questo link proveniente dalla pagina Facebook https://www.facebook.com/Sardegna.Sardinia.Italy. Verificate il numero di visualizzazioni di questo video!
Ritengo che ci siano molte possibilità di interazione con i turisti affinché possiamo espandere la promozione della Sardegna presentando il territorio (e non solo le spiagge) come una risorsa fortemente caratterizzata dalla identità culturale, archeologica, storica che risale a oltre 4.000 anni e aprendo finalmente la conoscenza a tutti, compresi i sardi. Se vogliamo rafforzarci nello scenario competitivo europeo dobbiamo inseminare culturalmente i turisti comunicandogli quante più informazioni possibili. In questo modo potremmo competere senza subire la concorrenza di destinazioni che offrono mare e spiagge accettabili ma assenti degli altri valori che invece qui sono presenti e forti nella connotazione.
La Regione Sardegna può fare tanto in questo senso e in base ad un modello di TURISMO certificare i processi collegati all’accoglienza che valorizzano anche il resto della nostra terra includendo ogni elemento di turisticità presente nel territorio.
Covid-19 ci ha spogliato della sicumera che avevamo sino ai primi di marzo scorso e il momento è sicuramente propizio per ridisegnare l’offerta turistica della Destinazione Sardegna favorendo l’inclusione di territori che possono sviluppare la loro vocazione turistica cavalcando formule diverse da quelle tradizionali.
La Promozione e Comunicazione
La Regione può fare tanto sulla promozione e sulla comunicazione soprattutto perché ha fondi da investire.
Può farlo con efficacia soprattutto se comprende che i migliori ambasciatori dei valori che vogliamo spingere sono i tantissimi blogger, influencer, gruppi Facebook, portali web di promocommercializzazione che con amore e passione scrivono e raccontano la Sardegna più autentica a livello nazionale e internazionale.
Molti degli attori citati sono autentici fenomeni in termini di Mi piace/follower e di interazioni dimostrando un rapporto di fidelizzazione con il loro pubblico che a sua volta producono valore condiviso. Sarebbe anche l’occasione per censire questo esercito di sconosciuti agli uffici regionali che sopravvivono adagiati su format ormai svalutati e poco efficaci per la promozione del territorio e degli operatori.
Date uno sguardo a questi dati e vi farete un’idea precisa.
E poi c'è un personaggio che più di altri ha fatto della Sardegna un prodotto editoriale e di marketing di successo: Emanuele Dessì, il direttorissimo del Gruppo editoriale con Sardegna verde,
Basterebbe una piccola elaborazione tecnica del format per conferire al contenuto una valenza internazionale di particolare pregio e valore identitario da distribuire nei canali tematici.
Ad esempio non trascurerei di declinarlo per tema: enogastronomia, storia, archeologia, cultura estraendo i contenuti e posizionandoli nel territorio di provenienza.
Pensare di cambiare le sorti del posizionamento del turismo in Sardegna facendo ricorso solo alle scarse capacità di penetrazione di sardegnaturismo e della pagina Facebook visitsardinia sarebbe velleitario e in parte illusorio.
Cara Regione la forza della Sardegna sta nelle sue risorse, comprese quelle umane e professionali che spesso trascuri perché sei distratta da altre logiche. Non pensare solo alle spiagge e alle Conf.... La Sardegna è molto di più e il turismo, se vuoi che diventi davvero un canale economico che punta a sostenere i redditi dei sardi, deve includere più persone possibili.
Ampliare l’offerta dei prodotti turistici che comprendono le altre risorse disponibili (cultura, storia, archeologia, enogastronomia, etc) è utile e direi indispensabile per elevare il reddito delle popolazioni senza gravarle di sudditanza legata alla sussidiarietà statale.
Sposo in pieno lo slogan: Restiamo uniti, insieme ce la possiamo fare. Insieme appunto (ndr).
Offerta turistica basata sulla sostenibilità
Ho lasciato alla fine di questa lunga riflessione (spero che mi perdonerete!) il tema della SOSTENIBILITÀ.
È un termine che si utilizza spesso e di cui esistono molte declinazioni e punti di vista.
Penso che Mr. Covid-19 abbia battuto un colpo forte alla nostra porta e se ci fermiamo un attimo a riflettere e comprendere quello che ci ha portato in termini di sofferenza, mancanza di reddito, angoscia e timore, faremo bene a elaborare un progetto alternativo o quantomeno che mitighi l'esposizione della formula globalizzata.
Il modello economico basato sulla globalizzazione spinta all’eccesso da chi governa il mondo finanziario ha mostrato la sua vulnerabilità davanti a questo virus invisibile eppure dannatamente deleterio. Covid-19 ha colpito le persone ma soprattutto ha messo in luce le criticità e debolezze di un sistema economico che è crollato al primo colpo.
Aldilà del modello di sostenibilità che vorremmo adottare dopo aver misurato gli effetti e gli impegni mi aspetto che soprattutto i governanti sentano la necessità di rivedere le basi del ragionamento e delle regole che hanno fatto sì che la nostra vita può subire un tracollo così forte in due mesi di lockdown.
Molti economisti sono di parere diverso dagli allineati e stanno offrendo spunti per poggiare la nostra vita su modelli più sostenibili e capaci di farci del bene mitigando le improvvise sofferenze che provengono dalla natura maltrattata per decenni.
Di questo passo temo che Covid-19 non sarà l’ultimo dei fatti che ci potrebbero creare paura e angoscia. Già da tempo gli scienziati ci stanno facendo notare che il cambiamento climatico è un’altra minaccia molto seria.
L’arroganza delle potenze mondiali a nulla servirà nel momento che la natura si scatena contro chi l’ha ferita e visti i tempi è verosimile che venderà cara la pelle prima di soccombere insieme con i suoi abitanti.
Auspico davvero un serio ripensamento al fine di intraprendere un (nuovo) percorso di vita più vicino alla Terra e all’uomo che la abita.
Anche questo approccio serve al turismo nel momento che il mondo globalizzato sta entrando in crisi e l’uomo andrà alla ricerca di luoghi dove sono custoditi i valori della sostenibilità.
È il momento buono per far percorrere questa strada alla Sardegna consci che sarà un sentiero pieno di difficoltà ma con un sogno capace di proteggere noi e il futuro dei nostri figli.
Regione svegliati! Torna a guidare le politiche del turismo con soluzioni inedite e uscendo dallo stereotipo attuale favorendo lo sviluppo ma non quello che vogliono gli altri piuttosto quello che è meglio per la Sardegna. Provaci almeno!
Caro Sandro,
ti leggo spesso e mi trovo d'accordo su quello che scrivi,ma purtoppo sono ahime' consapevole che tutti questi buoni consigli che sovente rivolgi alla Regione e all'Assessorato al Turismo siano ancora una volta vani.
L'Assessorato ,con il cambio giunta dello scorso anno, ha avuto tutte le possibilità per farsi un makeover, ma probabilmente perchè costretti "legalmente" ha dovuto spartire i posti dirigenziali tra i dipendenti regionali che non hanno mai trattato prima d'ora la materia ( vedi il direttore generale del turismo o il dirigente del servizio promozione passando per la consulente dell'assessore) ;tutte figure che sebbene siano sicuramente molto valide in altri settori, di turismo e delle dinamiche di internazionalizzazione dell'industria non ne hanno mai visto n…