Stagione turistica in chiaro scuro. Le lamentele non mancano insieme ai segnali positivi. E, tanto per vivacizzare l'estate, anche quest'anno assistiamo agli scambi d'accusa tra settore alberghiero e extra alberghiero, alimentati anche da un articolo accusatorio contro questi ultimi, apparso, nei giorni scorsi, su L'Unione Sarda.
Ne è conseguita una contestazione pesante da parte di chi in questi anni si è speso per far crescere il comparto extra alberghiero. Soprattutto gli interessati protestano per quel 62% di sommerso che l'autrice dell'articolo imputa ai proprietari di Alloggi e B&B che rientrano nella classificazione extra.
Generalizzare non fa bene, utilizzare i luoghi comuni idem, e indurre un giudizio negativo su un intero comparto non serve a fare chiarezza sul fenomeno del sommerso nel ricettivo. Soprattutto perché il sommerso è l'anticamera del nero. Entrambi non sono prerogativa solo del comparto extra ma, ahimè, interessano in variegati modi tutti i settori dell'economia. Compreso l'alberghiero, giusto per rimanere in tema di ricettivo.
Ecco perché prima di fare di tutta un'erba un fascio starei un attimo attento. D'altronde se uno aprisse un hotel abusivo non può essere attribuita la colpa a Federalberghi o al settore alberghiero.
Il fenomeno del sommerso (e del nero) va analizzato per trovare le soluzioni, evitando di alimentare le contrapposizioni tra settori importanti della nostra economia che hanno, entrambi, l'interesse a operare dentro le regole lasciando i pirati fuori dal recinto.
Il tema del sommerso nel turismo parte da lontano e non è nato con l'arrivo dell'extra alberghiero. Per cercare di correggere questa pratica, dannosa per tutti, è indispensabile mantenere attiva la raccolta di dati in tempo reale in modo da individuare le aree dove il fenomeno è più diffuso. Per questo mi aspetto molto dal neo Osservatorio sul turismo attivo presso la Regione Sardegna.
Tornando alla vicenda del "ricettivo extra" mi ha colpito la cifra del 62% denunciata da L'Unione Sarda.
Così ho deciso di svolgere una verifica che non pretende di avere la verità in mano ma semplicemente di cercare i riscontri ai contenuti dell'articolo giornalistico. Soprattutto ho cercato anche di capire dove il fenomeno del sommerso è più diffuso.
Lo studio, basato sull'incrocio delle basi dati Sired, Ross1000, IUN, Assaeroporti, Sardegnamobilità, Enac, Airdna, Istat ha fornito un risultato molto interessante che, ahimè conferma la presenza del sommerso. Però da qui ad arrivare ad imputare tutta la responsabilità al comparto extra alberghiero ce ne vuole.
Incrociando i vari dati e attribuendo valori percentuali (stimati ma ragionevoli) ai profili dei passeggeri in arrivo (aeroporti e porti) ho scremato le quote di estranei per ricavare i potenziali turisti arrivati nel 2022, che, come sappiamo, sono meno del totale passeggeri in arrivo sbandierato dalla Regione.
I risultati sono riportati nei fogli elettronici raggiungibili a questo link https://bit.ly/3KF7B4a. Non serve registrazione.
Ognuno di voi, se è interessato ad approfondire la metodologia, può scaricare il file, aggiustare le percentuali che ho inserito per separare i tipi di passeggeri in modo da avvicinarsi il più possibile al numero reale di turisti in arrivo da considerare come ospiti delle strutture ricettive.
Il primo risultato dell'analisi dati ha scaturito questo grafico che mostra un valore più alto di arrivi turistici rispetto al censito con il Sired 2022. Per affinare il calcolo ho previsto anche un valore percentuale da assegnare al nomadismo che crea più arrivi Istat rispetto al valore reale calcolato sulle persone arrivate negli scali isolani.
Il risultato è che 46,9% degli arrivi nazionali e il 3,2% degli arrivi internazionali risulta non censito. Il sommerso è alimentato soprattutto dal turismo nazionale. Ora sarebbe interessante capire in quale quota questo 49,9% confluisce nelle strutture ricettive regolari dal punto di vista delle autorizzazioni ma omertose nella comunicazione verso Sired/Ross1000.
A questo punto non vi rimane che provare a inserire le vostre stime e il risultato apparirà nel foglio di riepilogo.
Considerazioni
Dai numeri che emergono mi sembra che non è in discussione l'esistenza del sommerso, che danneggia l'isola diminuendo la reputazione turistica, e distorcendo il dato reale (impatto) che il turismo ha nel territorio. Ma per capire meglio il fenomeno, e quanto questo possa essere imputabile a chi offre sopratutto Alloggi privati, sono andato a indagare la situazione incrociando i dati di Airdna e confrontandoli con le basi dati IUN e Ross1000. Attraverso questo confronto è possibile farsi una idea del potenziale d'offerta ricettiva che sta fuori dal perimetro ufficiale.
I dati estratti da Airdna, mostrano gli affitti attivi prevalentemente su Airbnb e non rappresentano tutti gli alloggi offerti ai turisti. Il dato totale è sicuramente più alto.
L'indagine è stata svolta su un campione rappresentativo di Comuni costieri rilevando:
Il numero di host attivi su Airdna (14 agosto 2023)
Il numero di registrazioni IUN (14 agosto 2023) e la corrispondenza su Ross1000 (29 marzo 2023)
Il numero di case non occupate in quel territorio (censimento Istat del 2021)
I risultati sono riportati nel grafico e la realtà che emerge è abbastanza chiara: esiste un fenomeno di strutture ricettive (alloggi privati) considerate extra albergiere che non risultano attive su Ross1000 scomparendo dal sistema di rilevazione statistica e probabilmente anche al fisco.
Il dato più importante da prendere in considerazione per capire il fenomeno è la percentuale calcolata tra chi è presente in Ross1000 e gli affitti attivi nella piattaforma Airbnb. Il grafico sotto mostra il tasso di distrazione o assenza. In questo campione Arzachena e Olbia si prendono il 1° e 2° posto del podio confermandosi le due località dove, è verosimile pensarlo, si annidano la maggior parte degli host che lavorano nel sommerso. Mi viene da dire che il Presidente regionale di Federalberghi ha un problema in casa. Ma a parte questo Olbia è anche la città che cresce di più in termini di popolazione giovane. Non so se i due indicatori sono collegati ma certamente sarebbe interessante indagare.
Aggiungiamo anche la considerazione che la sola registrazione nello IUN senza l'iscrizione a Ross1000 vanifica l'efficacia ai fini della rilevazione statistica, creando quei fantasmi (turisti) di cui parlava l'articolo de L'Unione Sarda. E sempre a proposito di fantasmi ricordo che esistono anche tanti altri fantasmi (Guide turistiche), di cui L'Unione si occupa poco o niente, che in modo serio e generoso operano a favore della buona riuscita dei servizi erogati ai turisti, rimanendo ai margini dell'interesse della Regione Sardegna.
Finito questo piccolo inciso torniamo a noi.
La presenza di una struttura ricettiva in Ross1000 non è garanzia di registrazione (arrivi e presenze) degli ospiti! Ma questo vale per tutto il comparto ricettivo.
Ora se questo è il quadro direi che il valore percentuale riportato da L'unione Sarda non è molto lontano dai valori che ho ottenuto nella mia analisi. Sarebbe interessante conoscere la metodologia utilizzata dal Crenos.
Per concludere aggiungo una tabella riepilogativa dei vari STATI in cui si può trovare una struttura ricettiva rispetto agli obblighi di comunicazione e tassazione. Come si può vedere esiste una varietà di posizioni che andrebbero accertate per capire quali azioni correttive intraprendere (per vedere meglio l'immagine consiglio di entrare nel link). Ognuno di quegli STATI interessa, in diversa misura, il settore extra alberghiero e alberghiero.
Come sempre il mondo reale è più complesso di un articolo di giornale e di tante prese di posizione di rimbalzo.
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