Ogni volta che gli irlandesi di Ryanair sbarcano in Italia non perdono l'occasione per sollecitare l'abolizione della tassa d'imbarco aeroportuale o più precisamente "Addizionale comunale" per i passeggeri in partenza. In Sardegna vale 6,5€.
Cosa sta accadendo.
L'imposta o, come scrivono i giornali per semplificare, la tassa, è dovuta allo Stato. Attualmente i passeggeri la pagano ogni volta che acquistano un biglietto aereo, la Compagnia la versa, poi, con calma, agli aeroporti che a loro volto la versano allo Stato.
Ora, tenuto conto che lo Stato non intende ridurre o abolire la tassa d’imbarco le Regioni che ritengono che l'addizionale sia un fardello o un ostacolo per lo sviluppo del territorio e degli aeroporti possono avviare l'iter per accollarsi questi oneri.
Quindi non si abolisce niente ma si elimina il costo a carico dei passeggeri.
Ha iniziato a farlo il Friuli e in questi giorni si è aggiunta la Calabria.
Il vettore che spinge di più per eliminare la tassa d’imbarco è Ryanair e lo fa promettendo, in cambio, investimenti importanti con aerei basati e l'aumento dei posti offerti, anche in bassa stagione.
A parole Eddie Wilson, Ceo di Ryanair, promette che se la Regione Sardegna decidesse di accollarsi i circa 30 milioni di euro della tassa d’imbarco loro sarebbero pronti a offrire 2 milioni di posti in più rafforzando il volume di passeggeri anche nella stagione winter.
Con il tasso di riempimento medio del 88% (dato 2023) significa una crescita di 1 milione e 760 mila passeggeri.
Tenuto conto che la eliminazione della tassa d'imbarco giova anche agli altri vettori sarebbe interessante conoscere le offerte degli altri interessati, se ritengono di impegnarsi con la Sardegna.
Concludo questa prima parte del ragionamento sul tema dicendo che se la Regione decidesse di operare in tale direzione, accollandosi il costo dell’addizionale comunale farebbe bene a indire una manifestazione di interesse impegnativa per i prossimi 5 anni e garantendo ai vettori pari condizioni di accesso alle migliori tariffe aeroportuali per evitare privilegi e favoritismi che, poi, si trasformerebbero in vantaggi per pochi vanificando il tentativo di favorire la concorrenza.
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