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Sulla Mobilità aerea la Regione non lasci i passeggeri in mano ai vettori

  • Immagine del redattore: Sandro Usai
    Sandro Usai
  • 18 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min
Creata con IA Canva
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In questi 15 mesi di legislatura abbiamo ascoltato e letto ogni tipo di slogan sul diritto alla Mobilità dei sardi.

A infuocare il dibattito ha contribuito il bando sulla Continuità territoriale e dei (di)servizi che d'estate si amplificano.


Il nostro "diritto" dipende da vari fattori tecnici e economici e va costruito con pazienza e visione strategica tenuto conto che la sua consistenza dipende dalla convenienza che hanno i vettori aerei verso la Sardegna.


D'estate assistiamo all'espansione dell'offerta di voli grazie al Turismo.

Tra l'altro non è merito della Regione se d'estate arrivano i turisti ma del sistema economico che alimenta quel comparto soprattutto al nord.


Ecco perché se vogliamo avere una offerta ampia anche d'inverno è indispensabile creare una vivacità economica capace di generare domanda.


Oggi la Regione punta il suo impegno sulla Continuità territoriale aerea. Ma la Ct rappresenta solo 1,3 milioni di passeggeri residenti! In altre parole, 1/8 del totale dei passeggeri che hanno viaggiato nel 2024.


La Mobilità aerea va costruita irrobustendo l'economia, disegnando politiche lungimiranti e impegnandosi nei seguenti temi.


  1. Nuovo bando Continuità territoriale: se va tutto bene lo vedremo il 25 ottobre 2025 ovvero il 25 aprile 2026 se sarà prorogato di 12 mesi. La soluzione "garantista" affidata in esclusiva a un vettore individuata dalla Regione non favorisce la mobilità ma la imbriglia.

  2. Rimborso ai passeggeri: non si hanno notizie sulle domande di rimborso caricate nel portale regionale, quante siano state soddisfatte e in quali tempi. Sino a quando non abbasseranno la soglia dei 100€ la misura rimarrà inutile.

  3. Addizionale comunale: dopo la richiesta di Ryanair e qualche interlocuzione con la Regione è calato il silenzio totale. Mi aspetto un salto di qualità nella programmazione invernale da parte Ryanair.

  4. Bando nuove rotte: prorogato di un mese forse per nascondere il flop. Purtroppo il bando, oltre a essere confezionato male eredità un errore di fondo: quella formula non interessa ai vettori.

  5. Fusione aeroporti: tutto tace in attesa della sentenza sulla fusione di Alghero con Olbia. Se sarà positiva per F2i prevedo che entro l’anno si chiuderà la partita sulla fusione degli aeroporti vista anche la spinta del PD.

  6. Interventi di comunicazione e promozione finalizzata alla destagionalizzazione dei flussi turistici attraverso le società di gestione aeroportuali. Questo bando è in capo all’assessorato al Turismo e se funzionasse potrebbe incidere nell'offerta di mobilità.

  7. Interventi di miglioramento delle infrastrutture aeroportuali per aumentare la competitività, soprattutto di Cagliari e Olbia, favorendo la qualità dei servizi erogati ai passeggeri e ai vettori. Il tema è molto attuale e l'ad di Alghero e Olbia, ing Pippobello, lo ripete costantemente. Lo sviluppo di Cagliari invece è legato alla convivenza con la scuola di volo militare di Decimomannu che di fatto esercita una servitù aerea che limita l'espansione del traffico di linea e privato.


Tutte le misure riportate sopra sono importanti e indispensabili ma se non sono accompagnate da un sano sviluppo economico dei territori dove insistono gli aeroporti saranno insufficienti a migliorare la mobilità.


Il principale motivo per cui un vettore investe in un territorio è dovuto alla sua attrattività e lo vediamo a Olbia durante l'estate.


La Calabria ha tentato la spallata incaricando Ryanair di sviluppare le rotte pensando che in questo modo il territorio iniziasse a crescere. In piccola parte c'è riuscita ma la crescita non è strutturale!


Quindi, ancor più importante è capire in che modo la Regione intende favorire lo sviluppo del territorio e con quali misure affinché aumenti il valore economico e la sua attrattività.


La Regione. La complessità sistemica del dominio della Mobilità aerea non può essere gestita dalla Regione Sardegna attraverso singoli provvedimenti scollegati tra di loro.


Ad oggi la Regione non ha le competenze e le capacità tecnico-operative per inserisi nelle dinamiche di un settore che opera nel libero mercato europeo e che risponde a precisi standard internazionali e mondiali. E, badate bene, non è un problema di questa Giunta.

Basta pensare che anche il Governo ha grosse difficoltà a incidere e quasi sempre soccombe quando tenta di pilotare le regole di mercato.


Per capirci meglio facciamo un altro esempio che tocca il turismo. Se l’assessorato al Turismo attraverso le sue azioni pensa di determinare quali tipi di turismi e quali e quanti turisti arriveranno in Sardegna sarebbe semplicemente presuntuoso e ingannevole!


Ecco perché, penso, che la Regione, dopo che si struttura, può provare a muoversi nel solco delle complesse dinamiche commerciali che regolano il trasporto aereo inserendosi anche nella gestione aeroportuale limitatamente a compiti di monitoraggio.


Per fare questo, però, il decisore pubblico dovrebbe muoversi con piglio imprenditoriale e utilizzare le leve in suo possesso secondo i criteri pragmatici del mercato.

Sino a oggi la Regione non ha esercitato questo ruolo e il risultato lo vediamo tutti.


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