Sarà per l'attenzione e l'interesse allo studio che nutro per il tema della mobilità aerea che noto davvero tanti i soggetti interessati a vario titolo a determinare la cornice del prossimo bando sulla Continuità territoriale.
Sempre che la Regione riesca nell'intento.
Il confronto è serrato e gli incontri non si contano più. Bisogna sentire tutti gli stakeholder! Dicono dalla Regione.
Ma il principale stakeholder sono i passeggeri residenti che non hanno firmato una delega in bianco alla politica e tantomeno ai funzionari regionali che come fantasmi agiscono dietro le quinte influenzando il punto di vista degli assessori di turno.
Da anni assistiamo alla riproposizione della stessa formula del bando in Continuità territoriale nonostante fosse chiaro a tutti che non era più adeguata. Di chi è la responsabilità di questa situazione?
Dei funzionari regionali che, incapaci di elaborare una valida alternativa, alla fine convincono l'assessore di turno a accettare lo status quo e a proseguire nella vecchia strada perché è più sicura di qualunque nuova soluzione, oppure dei politici che si convincono da soli che non c'è soluzione e quindi supinamente accettano di non abbandonare il vecchio e collaudato bando per lo sconosciuto e pericoloso nuovo?
Eppure una strada ci sarebbe se solo la politica e gli uffici regionali la volessero percorrere.
Prima, però, bisogna spogliarsi dei vecchi abiti, sforzarsi di vedere e vivere gli scenari che si possono disegnare formulando più di una soluzione capace di creare le migliori condizioni di mobilità per le due tratte coinvolte, Milano Linate e Roma Fiumicino.
Il punto più controverso di tutta la vicenda che interessa la Continuità territoriale non sono gli Oneri di Servizio Pubblico, che la Regione mette a disposizione per coprire le eventuali perdite economiche dei vettori, ma il riconoscimento di esclusività ad operare in quelle rotte.
Se pensate che la rotta Cagliari-Roma è sbilanciata per il 78% del traffico passeggeri operato in regime di esclusività (Ciampino è contingentato e quindi Ryanair non rappresenta una valida alternativa di concorrenza) si capisce bene che siamo davanti a una distorsione molto forte che non favorisce certamente i passeggeri.
Lo stesso dicasi su Milano-Linate che seppur movimenti meno passeggeri della precedente consegna comunque l'unica porta dell'aeroporto cittadino a un unico vettore.
Serve una Governance. Eliminare il fattore di monopolio dal bando non è semplice e bene farebbe la Regione ad affrontarlo con serietà e studio. Ecco perché serve creare una Governance del trasporto aereo che costituisce il fondamento della mobilità.
Serve alimentare le basi dati (che la Regione non ha) per creare le simulazioni del prossimo futuro per anticipare i fenomeni a dinamica complessa che toccano le politiche commerciali dei vettori aerei.
Serve alimentare il confronto continuo con chi possiede gli aerei (vettori) perché da loro dipendono le nostre connessioni verso il mondo.
Serve spiegare al principale stakeholder - i passeggeri - che il trasporto aereo è diventato un sistema in continua trasformazione e subisce molti contraccolpi a causa di fenomeni esterni che non dipendono dai vettori. Una tra tutte le cause di ritardo.
Senza una Governance, capace di incidere nelle scelte delle società di gestione aeroportuale, diventa difficile anche garantire parità di trattamento dei vettori che induce alla fine fenomeni distorsivi del mercato dell'offerta.
Prima di parlare di modelli applicabili è fondamentale analizzare gli scenari futuri che ci aspettano formulando le migliori soluzioni capaci di affiancare il libero mercato con formule che vengono attivate a tutela dei passeggeri residenti.
La Regione non si deve occupare di gestire rotte ma servizi che tutelino il diritto alla mobilità aerea basati sui LESTA (Livelli Essenziali di Servizio Trasporto Aereo).
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