Il periodo che stiamo vivendo ci sta obbligando a rallentare i ritmi corsaioli che hanno sempre contraddistinto la nostra vita sino a quando non è arrivato l’ospite indesiderato. Il Covid.
È così che il marketing, che è sempre alla ricerca di nuovi messaggi, ci annuncia che siamo passati in modalità turismo lento e turismo di prossimità che più che una delle forme di turismi è un atteggiamento che dovremmo mantenere per assaporare un'esperienza turistica (sostenibile). È così che nascono le proposte per andare alla scoperta dei borghi (in Sardegna ne ho contato cinquanta), dei cammini religiosi, dell'ambiente all'aria aperta.
La difficoltà a mantenere relazioni sociali dovuta al timore di contagio non ha spento la voglia dei visitatori di vivere e scoprire i luoghi.
Con questo quadro l'assessorato regionale al turismo ha dato fuoco alle polveri arruolando "ventisette testate sarde: quattordici quotidiani on line, sette radio, quattro televisioni e i due quotidiani cartacei". Tra questi non c'è nessun blogger o titolari di pagine social che mostrano più engagement delle testate tradizionali. Insomma se l'obiettivo vero era quello di solleticare i sardi e i continentali per scegliere la Sardegna come meta delle loro vacanze allora diciamo che le scelte assessoriali mostra una certa manchevolezza. Diverso è se invece si volevano erogare fondi per l'editoria e allora il risultato è stato raggiunto con successo.
Infatti l'obiettivo dichiarato dall'assessore Chessa era di sensibilizzare i sardi, attraverso i pubbliredazionali sulla Sardegna, affinché scegliessero (la campagna è ancora in corso) di trascorrere le vacanze nell'isola.
Ottima idea, direi, se tutto il lavoro editoriale svolto nelle redazioni avesse raggiunto i sardi sino a innestarsi nel loro sentimento vacanziero e indurli a cliccare su qualche sito web per acquistare la vacanza.
Purtroppo a vedere le strutture degli articoli (online) e i contenuti emerge che non hanno trovato successo presso Google che è il vero arbitro con cui fare i conti quando scriviamo per il popolo che vive nell’ecosistema digitale.
Siamo davanti ad un lavoro editoriale immenso svolto dalle redazioni e la cui efficacia per il turismo non trova riscontro nei lettori semplicemente perché i testi non vengono indicizzati correttamente.
Dal punto di vista tecnico sarebbe stato meglio che una regia esterna esperta di SEO avesse orientato e suggerito la struttura degli articoli indicando i temi, le parole chiave e i tag da inserire per migliorare il valore dei contenuti in rete a tutto vantaggio del sistema turistico locale. Ma così non è stato!
Come al solito è mancata la strategia dei contenuti e con essa la visione digitale per raggiungere gli obiettivi annunciati in testa.
Insomma ancora una volta è stato mancato il traguardo di un'iniziativa annunciata e poi avviata ma che si è persa per strada solo perché si attuano comportamenti superficiali che ammazzano il lavoro di tanti professionisti che, senza una guida e una strategia sui contenuti saltano alcune fasi della scrittura web, mancano di raggiungere un popolo molto più vasto dei sardi con il risultato di vanificare la spesa pubblica e sotterrando a vita i contenuti editoriali.
Chissà che nel 2021 non lo capisca(no).
Ecco il link per un breve riepilogo degli articoli pubblicati da L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna, CagliariPad, Casteddu Online, Sardiniapost https://bityl.co/50dE
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