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Sardegna, Ti Voglio Bene!

  • Immagine del redattore: Sandro Usai
    Sandro Usai
  • 13 lug 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Il giornalista Beppe Severgnini

Potremmo organizzare un coro mondiale per cantare le bellezze che ci offre la Sardegna.


Potremmo accendere un falò in ogni nuraghe per catturare l'attenzione degli alieni.


Potremmo parlare tutte le lingue del mondo per dimostrare che la Sardegna è al centro.

Potremmo prenderci tutti per mano sino a creare un cordone umano che divide la vita del mare da quella della terra di Sardegna.

Potremmo ..., potremmo!

Sono tantissimi i messaggi che le Destinazioni turistiche organizzate (tra queste non c'è la Sardegna) stanno inviando in rete per stimolare il potenziale residuo di voglia di vacanza che ci è rimasto e indurci a fare click.

Perlopiù sono video molto belli che racchiudono immagini a forte carica emotiva e esperienziale.


I territori che si sono organizzati per tempo, con una strategia chiara per mitigare i danni economici causati dal Covid-19, non hanno mai spento il dialogo con i loro clienti e già da settimane sono attivi con messaggi di promozione soprattutto nelle piattaforme digitali cercando di ottenere un minimo di riscontro e di tasso di conversione.

La Sardegna invece è fuori dai radar. Pare che nei piani alti di viale Trieste, 105 non riescono ad andare oltre gli annunci, gli slogan.

È evidente che manca una strategia capace di restituire ai sardi che lavorano nel turismo la speranza che "Insieme ce la possiamo fare" come diceva lo spot del periodo Covid.


Quindi se non ce la faremo insieme magari ce la possiamo fare da soli?

Anche no!

La matrice di beni e servizi che interagisce con il turista è molto complessa e ognuno degli attori è chiamato a svolgere un ruolo importante per la riuscita di una vacanza che qualcuno ha pagato in anticipo.

Seppur il Turismo, come attività economica, sia assegnato ad un assessorato, di fatto il fenomeno è connesso anche con gli altri conduttori della filiera che sono Trasporti, Cultura e Ambiente, Agricoltura.


Il quadretto che si vede, senza dover mettere gli occhiali, è che il "pocos locos y mal unidos", e aggiungerei tirriosus, che ripete spesso l'assessore regionale al turismo forse è rivolto a se stesso vista la scarsa collaborazione che esiste tra gli assessorati competenti che dovrebbero garantire azioni sinergiche per un fine comune: lo sviluppo della filiera turistica in Sardegna a vantaggio di tutti i sardi.


È difficile sottrarsi dal dare un giudizio politico soprattutto dopo che partecipi a webinar con ospiti colti e preparati che suggeriscono ricette (vedi il recente intervento di Farinetti) che non saranno mai recepite. A questo punto mi domando se loro (i politici) ne hanno mai ascoltato uno di webinar e se l'hanno capito! Ho l'impressione, per non dire la certezza che vivano in un mondo parallelo separato dalla realtà.

Dovrebbero cogliere il valore dei tanti webinar che sono stati organizzati in questi mesi dove abbiamo potuto ascoltare pareri illuminanti capaci di aprire un solco tra la mediocrità e le eccellenze a cui dovrebbero tendere.


Era il 30 aprile quando Chessa affermava a Videolina che "Siamo pronti con la Campagna di comunicazione. Non la facciamo ora perché non avrebbe senso ...".

Gli analisti del mercato turistico ci stanno dicendo che stiamo passando dal last minute al last second e noi dovremmo essere pronti e scattanti come nelle risposte del Rischiatutto. Invece si avverte il totale torpore in cui è immersa la politica che dovrebbe occuparsi del turismo. Nei giorni scorsi è uscita la gara per la Campagna di comunicazione Sardegna Sicura che è scaduta ieri, 12 luglio, e siamo ancora in attesa di vedere il frutto promesso dall'assessore.

Vista la complessità del momento sicuramente avremmo avuto necessità di una task force di persone preparate per affiancare la politica regionale che continua a inviarci slogan che sembrano spari a salve per spaventare gli uccellini.


E intanto la Sardegna e i sardi stanno andando incontro ad un disastro economico senza precedenti con la stima di una caduta del PIL del 10%.


La mancanza di idee per le politiche del turismo non è dovuta a scarsa capacità politica. No, è dovuta proprio al fatto che non hanno idee.

È chiaro che urge trovare una soluzione. Prima di tutto per far superare all'istituzione regionale l'immagine che sta dando in pubblico e poi per restituire agli stakeholder che operano nella filiera turistica la dignità di essere rappresentati da persone competenti.


Cara Sardegna resisti perché sono davvero tante le persone che ti amano e che con impegno lavorano in silenzio affinché possa tornare competitiva e attraente.

In un sistema sempre connesso la Sardegna ha la possibilità di risucchiare dai suoi figli che operano anche all'estero in ruoli di prestigio internazionale idee, visioni, progetti in un quadro comunitario che aspetta solo che noi ci muoviamo e presentiamo le nostre proposte.

I cattivi non sono a Bruxelles che nella narrazione si oppongono alle nostre istanze e calpestano la nostra autonomia e autodeterminazione. Sul turismo la Sardegna non è pervenuta a quei tavoli o quando c'è arrivata non è sostenuta con le giuste azioni di lobbying rendendo vano ogni sforzo.

Concludo con un atto di gratitudine verso il giornalista Beppe Severgnini che con grande slancio e impegno ci regala anche in questi momenti di difficoltà manifestazioni di amore verso la nostra terra stimolandoci a andare avanti e credere nel futuro. Grazie Beppe!

 
 
 

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