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Immagine del redattoreSandro Usai

Sant’Antioco, un luogo magico dove è viva la tradizione millenaria del bisso.


Foto Marco Peri

Inizio con il suggerirvi una visita a Sant’Antioco. Ne vale davvero la pena!

L’antichissima cittadina che ha conosciuto importanti influenze di civiltà e popoli del nord Africa si presenta al mattino silenziosa, con un profumo intenso di mare che arriva dalla laguna con le imbarcazioni dai colori intensi che si riverberano nell’acqua calma. Uno spettacolo emozionante da vivere in sintonia con l’ambiente.


Dal lungomare lo sguardo verso la laguna ricorda i paesaggi dei grandi laghi del nord con i paesini incastonati lungo le coste. Meraviglioso anche lo scorcio verso sud-est con lo sperone di roccia di Punta di Cala Piombo che si eleva imponente sull'acqua.

A ricordarci una presenza industriale ingombrante, causa anche di inquinamento di questi luoghi, sono la ciminiera della centrale elettrica che si intravede verso nord-ovest e gli altissimi tralicci per il trasporto della corrente che sembrano tagliare il paesaggio verso Carbonia.

Eppure Sant’Antioco rimane straordinariamente bella, distesa sulla collina, silenziosa per non disturbare la natura meravigliosa che la circonda e soprattutto colma di storia.

E proprio dalla storia antica siamo partiti visitando il Museo archeologico aperto nel 2006 e dedicato a Ferruccio Barreca, costruito appena al di sotto del Tofet.


Visitare il Museo è un'esperienza speciale perché consente di rivivere la vita di quella comunità a partire da 2000 anni prima di Cristo, contaminata dalla cultura dei popoli del mare che partivano dalle coste nordafricane e che in quel territorio hanno lasciato la loro impronta creando l’insediamento di Sulky. Molto interessante è stato visitare la sala allestita per raccontare le pratiche funerarie perché fanno capire il rapporto che quel popolo aveva sviluppato con la vita e con la morte.


Un percorso lungo nella storia di quest’isola che celebra anche la festa di Sant’Antioco, patrono della Sardegna.


Anche Sant’Antioco, però, ha le sue belle contraddizioni che scopri non appena provi a chiedere informazioni sulla tradizione della lavorazione del bisso.

Da visitatore lo percepisci subito. Naturalmente immagini che siano dovute a punti di vista locali.

Però non mi scoraggio e siccome non voglio rinunciare all’idea che mi ero fatto di trascorrere una giornata antioghesa all’insegna della bellezza provo a svolgere una ricerca su Google.

Giusto il tempo di svolgere un po' di verifiche e capisci che la sensazione ricavata a primo impatto è ben presente e documentata dai tanti link in risposta.

Diciamo che si può ricostruire un bel pezzo di storia del bisso comprese le lotte intestine che vedono parti della popolazione (basta leggere i commenti) schierarsi per Chiara Vigo e per le sorelle Assuntina e Giuseppina Pes.

Evidentemente è troppo importante la questione di assegnarsi la paternità primaria di chi rappresenta la tradizione della lavorazione del bisso.

Oramai si è fatto tardi e ci aspettano per pranzo ma la questione non è chiusa e mi ripropongo di approfondirla nei giorni successivi analizzando i risultati presenti in rete che qui vi propongo.


Andiamo per ordine e vi racconto che cosa ho trovato in rete perché ci sarà utile per il finale del ragionamento che è un tema di attualità per lo sviluppo turistico.

  1. Sito istituzionale del Comune (www.comune.santantioco.ca.it). Molto anonimo per i contenuti che riguardano il territorio e il motore di ricerca ci dice che non è presente la parola bisso nei contenuti. La conferma arriva navigando nella sezione Turismo del sito.

  2. Sito istituzionale di promozione turistica del Comune (https://visitsantantioco.info) inaugurato durante la stagione estiva. Non vedo il campo cerca. Mi faccio aiutare da un amico che conosce bene il sito e mi indica la sezione dove posso trovare i riferimenti sul bisso. Eccola https://visitsantantioco.info/la_scoperta/artigianato-santantioco/. Provo anche a vedere se sul canale istituzionale Youtube c'è traccia del bisso: niente! È come se l'istituzione stia tentando di rimuovere la realtà!

  3. Poi provo a utilizzare Google Trends per capire quanto è radicata la ricerca delle parole chiave (Tutte le categorie) che riguardano Sant’Antioco, il bisso, Chiara Vigo, sorelle Pes (Assuntina e Giuseppina). I risultati sono disponibili in coda a questo post e non lasciano dubbi sulle considerazioni che dovrebbe fare anche l’amministrazione comunale per valorizzare la tradizione millenaria del bisso risalente a prima del X secolo a.C. così come racconta la Bibbia (https://bit.ly/33u6Nsr) e qui il periodo di riferimento dei testi biblici (https://it.wikipedia.org/wiki/Antico_Testamento). In particolare se la strategia dell’amministrazione comunale è quella di promuovere Sant’Antioco dovrebbe valutare qual è il sentiment presente in rete che vede l'attenzione verso il bisso più importante rispetto alla cittadina sulcitana.

  4. Un’altra ricerca interessante sulla portata del tema sul bisso di Sant’Antioco si può ottenere inserendo nel motore di ricerca le parole chiave “Storia del bisso Sant’Antioco”, “Lavorazione bisso Sant’Antioco”, “Chiara Vigo e bisso”, “sorelle Pes e bisso” (Assuntina e Giuseppina). I risultati sono evidenti agli occhi di tutti e dovrebbero suggerire la direzione da intraprendere per tutelare, divulgare e promuovere la tradizione del bisso a Sant’Antioco. Soprattutto dovrebbe essere chiaro che questa tradizione millenaria è orgoglio della Sardegna e non farne menzione nella home page dei portali istituzionali è dissacrante del valore che è custodito nelle mani di pochissime persone. Insomma un delitto che colpisce tutti.

Vorrei concludere con un appello al sindaco di Sant’Antioco affinché si attivi per ricercare la soluzione più equilibrata per non rinunciare al principale elemento di turisticità che la cittadina offre a livello locale, nazionale e internazionale. Le risposte fornite dalla rete sono già un chiaro messaggio per chi ha la responsabilità di guidare lo sviluppo turistico di Sant’Antioco e di riflesso della Sardegna. Utilizzando il valore di immagine e reputazione creato sino ad oggi sul tema del bisso si possono creare le migliori condizioni per non precludere a nessuno di mettersi in evidenza e mostrare il proprio talento. Il tempo è maestro e i visitatori e i turisti che si recano a Sant’Antioco hanno il diritto di sapere che siete custodi di una tradizione millenaria che caratterizza tutta la vostra comunità. Soprattutto è auspicabile che questo patrimonio di conoscenza non si disperda promuovendo iniziative inclusive di formazione che garantiscono nel tempo la conservazione dei segreti della lavorazione del bisso. Sant'Antioco un tempo ospitava anche una sede dell'ISOLA che suppongo che sia ancora nella disponibilità dell'assessorato regionale al turismo guidato da Gianni Chessa. Questo spazio potrebbe diventare il luogo ideale per accogliere le persone che conservano la tradizione della lavorazione del bisso. Spero che non sia necessario invocare l'attenzione dell'assessore Chessa per dirimere una questione squisitamente paesana che in assenza di una soluzione costringerà, giustamente, la Regione a intervenire così come ha già fatto, finanziando l'Associazione il Filo dell'Acqua, per tutelare il proseguo delle attività di divulgazione e promozione del bisso. La rete, più della memoria dei cittadini, conserva l'impronta indelebile delle vostre azioni e dell'operato dell'amministrazione comunale che è la principale responsabile della valorizzazione della tradizione del bisso. Non sciupate il lavoro di questi decenni che vi hanno dato visibilità e proiettato nella classifica delle migliori Destinazioni turistiche della Sardegna proprio per la vostra storia. Fate in modo che ogni visitatore possa gustare la sensazione di essere avvolto dalla storia millenaria quando entra a Sulky. Non rinunciate a questo privilegio che la storia vi ha concesso e operate per conservarlo nel tempo.


Link basi dati estratte da Google Trends, Sired regionale e IUN: https://bit.ly/3izhIHF

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