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Sa festa de Sant’Arega e le politiche commerciali del turismo in Sardegna

  • Immagine del redattore: Sandro Usai
    Sandro Usai
  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Non sei sardo se non sei mai andato alla festa de Sant’Arega! A Decimomannu!


La festa, colma di sentimento religioso, è un attrattore importante che sprigiona anche un interessante mondo del commercio basato sui fondamentali del marketing.


Gli espositori che trovate a Sant’Arega offrono cibi squisiti e sono abituati a valutare come andrà la domanda. In molti si recano alla festa solo per gustare sa lissa e s’anguidda. In base alle previsioni di vendita, che ogni commerciante sente come una brezza sul naso, si approvvigiona del pesce e della carne e inizia a farsi una idea del prezzo in vendita. 

Molti pellegrini (potenziale domanda) prezzo alto, bassa domanda prezzo basso per evitare di buttare il prodotto invenduto. E poi, per vendere ci vuole una comunicazione efficace che lì non manca.

Se sono stati bravi torneranno nei loro borghi o biddas di provenienza con la borsa gonfia.


Sant’Arega è un esempio interessante e ci aiuta a fare un confronto con quanto sta accadendo nel turismo.


Ieri ho pubblicato una serie di ritagli di giornale che alternano il Boom all'incertezza. 


Abbiamo iniziato con "Sarà la migliore stagione di sempre", "Attesi 20 milioni di presenze", sino a "Il caro prezzi fa rallentare le prenotazioni".


Gli operatori locali abboccano e sognano di arrivare a settembre con la borsa gonfia, convinti che i clienti non mancheranno. In altre parole, un articolo senza nessuna base scientifica viene assunto come elemento per configurare il listino prezzi a fronte di una domanda potenziale e virtuale generando un posizionamento dell'offerta fuori mercato.


Naturalmente i 20 milioni di presenze attese verosimilmente sono sovrastimate ma ormai i prezzi che hai esposto stanno bruciando anche la vera domanda. È così che alla fine il potenziale turista rinuncia alla Sardegna spaventato anche dalle notizie sul caro tariffe aeree (smentite dalla relazione dell'Autorità Garante della concorrenza e del mercato), all'incertezza dei mezzi di trasporto (Continuità territoriale in primis).

Finita l'illusione subentra la presa di coscienza con una precipitosa politica di abbassamento delle tariffe alla ricerca della formula last minute per un turismo “mordi e fuggi” ovvero, in molti casi, clienti basso spendenti. Insomma, quello che sembrava un annuncio importante si sta trasformando in un epitaffio.


Ecco perché è importante tornare al marketing delle radici applicando prima di tutto il buon senso associato al senso degli affari, evitando di impostare le strategie commerciali.


E qui che torna la festa de Sant’Arega che oltre alla devozione che le dobbiamo per quello che rappresenta per molti credenti va implorata di assistere la Sardegna in questo momento di sortilegio politico che crea falsi dei nel turismo.

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