Il titolo, simbolico, racchiude la necessità fatta a virtù (convenienza) che l'aeroporto di Cagliari ha stabilito con il vettore Ryanair. Un intreccio solido che si rafforza di anno in anno.
Per i passeggeri (clienti/utenti) il vettore irlandese rappresenta la risposta, spesso l'unica, che consente ai residenti di spostarsi nella Penisola o du raggiungere i paesi europei.
Il successo di Ryanair sta nei numeri crescenti di passeggeri trasportati e destinazioni collegate punto-punto che caratterizza tutto il modello di business low cost: no frill! (senza fronzoli, essenziale). Il contrario del modello basato Hub and spoke previsto dal regime di Continuità territoriale (Ct) che si concentra su Milano-Linate e Roma-Fiumicino.
La mobilità aerea dei sardi è low cost ormai da anni. E il no frill ha contagiato anche il servizio di Continuità territoriale.
Insomma, quasi un pasticcio causato, per molti motivi, dalla incapacità della politica di elaborare un piano di mobilità capace di garantire gli spostamenti dei residenti in tutta la Penisola!
Se analizziamo i numeri dell'aeroporto di Cagliari negli ultimi quattro anni è interessante notare che senza il patto forte stabilito con gli irlandesi oggi avremmo, probabilmente, già spento le luci di pista.
Quale Continuità serve ai sardi? Come ho già avuto modo di scrivere, il regime di Ct partorito dagli uffici dell'Assessorato regionale ai trasporti, guidato dall'ex assessore Giorgio Todde, ha penalizzato Cagliari e il sud Sardegna riducendo la frequenza dei voli soprattutto verso la direttrice lombarda che rappresenta la quota più importante per il business e per il turismo. Una vera e propria mazzata al territorio alla faccia dello sviluppo.
Le conseguenze della formula di Ct. Come dichiarato dalla stessa Sogaer, gestore dello scalo cagliaritano, nel periodo gennaio-agosto 2022 mancano, rispetto al bando precedente, 2400 movimenti, che corrispondono a circa 450.000 posti offerti. Se ipotizziamo un coefficiente di riempimento del 80 percento significa che Cagliari ha perso circa 400.000 passeggeri. Questa diminuzione ha rafforzato, in percentuale, il vettore irlandese e ha tolto a Sogaer un ingente valore di ricavi. Siamo davanti al rischio imprenditoriale reale per un'impresa che si affida, in buona parte, ad un singolo cliente per il fatturato!
La diminuzione di posti offerti in regime di Ct ha compromesso anche la ripresa dell'aeroporto cagliaritano che difficilmente raggiungerà i numeri del 2019. E a questo bisogna aggiungere che il flusso internazionale si è mantenuto sempre intorno al 30 percento dei movimenti.
Il futuro dell'aeroporto di Cagliari. Azzoppata dalle scelte politiche e dalla situazione contingente apprendiamo da L'Unione Sarda, in un articolo a firma di Enrico Fresu, che il progetto di inclusione dell'aeroporto di Cagliari nella NewCo Ligantia-Camera di Commercio di Cagliari-Oristano prosegue.
Sarà interessante leggere, se diventerà pubblica, la valutazione che svolgerà l'aggiudicatario incaricato di determinare il valore di Sogaer.
Soprattutto sarà interessante capire come giudica la strabordante presenza d Ryanair, che nel periodo estivo vale quasi il 50 percento dei movimenti e nel periodo invernale arriva ad oltre il 70 percento: sarà considerata un valore oppure un disvalore dal punto di vista strategico e imprenditoriale?
Una crisi di rapporti con Ryanair porterebbe, potenzialmente, al fallimento della società di gestione.
Sarebbe interessante capire come si è arrivati a concedere tanto spazio ad un unico vettore che in questo momento è padrone assoluto del nostro diritto alla mobilità nel regime di Libero mercato.
E per i sardi come va? Sembra un paradosso: il no frill rappresenta la sopravvivenza dell'aeroporto di Cagliari e la principale soluzione per i sardi che devono spostarsi verso la Penisola e i paesi europei. Stante questa situazione sarebbe interessante conoscere che cosa ha in mente il nuovo soggetto imprenditoriale che si candida a subentrare alla Camera di Commercio di Cagliari-Oristano. Bene farebbero gli amministratori locali e regionali, i sindacati e i cittadini a pretendere di essere messi al corrente della strategia di sviluppo. L'opposizione ferma di Confcommercio e Federalberghi sud Sardegna temo che sia una voce nel deserto e poco possa ottenere in termini di sensibilizzazione di tutte le parti sociali.
Stesso atteggiamento critico dovremmo mantenerlo verso la nuova gara di Ct che, inevitabilmente, vedrà la partecipazione di vettori low cost essendo gli unici sopravvissuti nei cieli sardi.
Rimane l'incognita di ITA che ha appena cacciato Altavilla, quello che con sprezzante sarcasmo affermava che "le low cost non trasportano passeggeri ma polli in batterà", al momento è in cerca di un partner che la accolga nel suo grembo.
Il 50 percento dei passeggeri sardi sono esclusi dal contributo degli oneri di servizio pubblico. Chissà se nel prossimo bando, la Regione terrà conto del fatto che il 50 percento dei residenti utilizza vettori low cost in regime di Libero mercato per spostarsi verso il nord Italia e che questi sono completamente esclusi dallo schema che prevede solo la direttrice verso Linate. Una vera e propria discriminazione per molti residenti.
Concludo con l'auspicio che chi ha a cuore le sorti della mobilità aerea dei sardi si occupi con lungimiranza del nostro futuro.
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