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Regione Sardegna e NewCo aeroportuale: quale ruolo reale?

  • Immagine del redattore: Sandro Usai
    Sandro Usai
  • 24 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min
Infografica realizzata da NotbookLM
Infografica modello di collaborazione F2i-RAS

Anche in questi giorni il tema è tornato al centro del dibattito in Consiglio regionale e L’Unione Sarda ne ha dato ampio risalto, riportando le posizioni di diversi consiglieri.

Si discute dell’ipotesi di un investimento della Regione Sardegna pari a 30 milioni di euro per entrare con una quota compresa tra il 5 e il 7% nella NewCo guidata dal fondo di investimenti F2i Ligantia, già azionista di maggioranza degli aeroporti di Alghero e Olbia. L’obiettivo dichiarato da alcuni esponenti politici sarebbe quello di “contare” nella gestione e di garantire una forma di controllo pubblico sui tre aeroporti sardi.


Il nodo del controllo

Un controllo reale, però, non si esercita con una percentuale così ridotta, soprattutto quando il resto del capitale resta saldamente nelle mani di soggetti che detengono la maggioranza assoluta.

Basta guardare all’esperienza dell’aeroporto di Alghero: qui la Regione possiede il 23,06% delle quote direttamente e un ulteriore 5,69% tramite SFIRS, eppure la sua capacità di incidere sulle politiche di sviluppo è, di fatto, molto limitata.

Per questo ritengo che l’ingresso della Regione nella compagine societaria della NewCo con una quota insignificante ai fini decisionali non possa produrre risultati concreti. Anche qualora si volesse puntare a una partecipazione più consistente, resterebbe il problema di trovare chi sia disposto a cedere le azioni: stiamo parlando, infatti, di società per azioni.

Nemmeno i patti parasociali possono essere considerati una garanzia assoluta e permanente: per loro natura non sono validi sine die.


Quali alternative realistiche?

La vera domanda, allora, è un’altra: quali soluzioni concrete può percorrere la Regione Sardegna per non trovarsi, pur formalmente rappresentata, completamente esclusa dalle scelte imprenditoriali di F2i Ligantia, una volta che questo diventerà il soggetto di maggioranza della nuova SpA?


Dal punto di vista tecnico, gli spazi appaiono ristretti. Le dichiarazioni concilianti di Maurizio De Pascale, che rappresenta l’azionista di maggioranza assoluta dell’aeroporto di Cagliari con il 94,4% delle quote, sembrano andare poco oltre rassicurazioni di circostanza, più utili a smussare i toni che a cambiare realmente gli equilibri.


Un riconoscimento istituzionale nello Statuto

A questo punto, alla Regione non resta che una strada: trattare per ottenere un riconoscimento istituzionale formale, da inserire nello Statuto della costituenda NewCo.

Non un riconoscimento simbolico o di facciata, ma un ruolo che consenta alla Regione di: - partecipare al monitoraggio (non alla gestione) delle scelte strategiche; - contribuire allo sviluppo delle infrastrutture aeroportuali; - favorire il miglioramento della connettività, del decoro delle vie di accesso e della sicurezza esterna; - attivare politiche capaci di aumentare la capacità di spesa dei bacini d’utenza, elevando la propensione al viaggio; - costruire una visione di lungo periodo per accrescere l’attrattività complessiva del territorio.


Un interesse comune

F2i Ligantia può realisticamente ambire a risultati migliori in termini di ricavi solo se può contare sul supporto attivo della Regione Sardegna e dei territori in cui insistono le infrastrutture aeroportuali. È la Regione, infatti, a promuovere l’isola, a incentivare la destagionalizzazione, mentre gli enti locali agiscono con leve fondamentali per lo sviluppo del turismo e delle imprese.

Già oggi la Regione destina agli aeroporti ingenti risorse finanziarie, sia per il sostegno al turismo sia per garantire un flusso stabile di frequenze e posti offerti attraverso i bandi sulla Continuità territoriale, che incidono in modo significativo sui risultati di traffico passeggeri.

Di fatto, pur non essendo un socio determinante, la Regione si comporta come un alleato strategico favorendo le ricadute anche sulle società di gestione aeroportuale.


Istituzioni e diplomazia

Qualcuno potrebbe obiettare che è compito istituzionale della Regione occuparsi dello sviluppo delle infrastrutture aeroportuali e che questo non dovrebbe tradursi in un obbligo per F2i di riconoscerne formalmente il ruolo nello Statuto.

Obiezione legittima. Tuttavia, dal mio punto di vista – se vogliamo definirlo “democristiano” – un simile atteggiamento apparirebbe ingrato e sprezzante nei confronti delle istituzioni regionali alimentando la diffidenza e aumentando le distanze.


Ancora una volta, la diplomazia negli affari sembra la strada più efficace per arrivare a un accordo che, da un lato, salvaguardi il ruolo della Regione Sardegna e, dall’altro, consenta a F2i di gestire i tre aeroporti come una società unica, con tre cuori pulsanti capaci di incidere sullo sviluppo dell’isola.


Soprattutto oggi che sta diventando indispensabile individuare soggetti privati solidi dal punto di vista finanziario, in grado di sostenere investimenti per centinaia di milioni di euro per l’ammodernamento degli aeroporti. Risorse che la Regione, realisticamente, non è in grado di mettere in campo senza compromettere il principio del cosiddetto controllo pubblico, che resta prerogativa degli azionisti.


Conclusione

Auspico davvero che ognuno faccia la propria parte: F2i, dichiarando in modo trasparente il Piano industriale quinquennale, e la Regione Sardegna programmando con chiarezza i finanziamenti destinati a migliorare i servizi di accesso, la promozione internazionale e la formazione del personale impiegato negli aeroporti.

Solo così sarà possibile costruire un equilibrio virtuoso tra interessi pubblici e privati, nell’interesse dello sviluppo complessivo dell’isola.

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