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Immagine del redattoreSandro Usai

Piano di Comunicazione: la Regione fa sul serio?



Finalmente l’abbiamo visto e letto il Piano di Comunicazione Istituzionale della Presidenza della Regione Sardegna. Se non l’avete ancora letto vi invito a farlo qui.

È un documento importante, atteso, necessario. Troppo presto per giudicare se sarà tradotto in atti concreti ma sufficiente per capire che il Presidente Solinas vuole mantenere il controllo delle informazioni da fornire ai sardi, attraverso i media tradizionali e digitali, sulla sua politica e al “mondo” - questa parola deve averla presa in prestito dalle interviste dell’’assessore Gianni Chessa - per raccontare la bellezza della nostra terra.


Il progetto si basa su due elaborati: Piano di Comunicazione e Piano di comunicazione social.


Da una prima analisi emerge chiaramente - per quello che ci interessa - il commissariamento della comunicazione pubblica degli assessorati. Immagino il disappunto dell’assessore al turismo che per operare per la promozione dovrà prima accordarsi con il Servizio Comunicazione Istituzionale.


Il Presidente Solinas evidentemente ha capito in questi due anni che il suo insuccesso o successo dipende dal registro della Comunicazione istituzionale che sino ad oggi era spalmata tra la Presidenza e ogni singolo assessore.

Se pensiamo che ci sono assessori che non si sentono mai e che anche sugli account social personali sono poco attivi allora la domanda ci viene spontanea: Perché il Presidente Solinas ha deciso di avocare a sé l’azione della comunicazione istituzionale compresa quella sulla promozione turistica?


Non credo che serva fare i nomi ma i fatti, compresa l’ultima intervista rilasciata da Chessa a Casteddu online, in occasione della presentazione dello spot Sardegna Sicuri di Sognare, direi che è significativa della differenza di linguaggio e stile che esiste tra i toni del Presidente e quello dell’assessore al turismo. Naturalmente è una differenza incolmabile che espone spesso la Giunta e la Sardegna al ridicolo. Non voglio pensare male ma temo che Solinas con questa mossa abbia creato le condizioni per arginare le brutte figure a cui è andato incontro durante questo periodo.


Diciamo che fino a qui il Piano di Comunicazione, che riporta nelle mani del Presidente l’attenzione e l’approvazione dei contenuti ufficiali resi dagli assessori, andrebbe anche bene e sarebbe salutare per la Sardegna evitare figure becere e meschine per bocca di un rappresentante poco avvezzo a ruoli istituzionali e di rappresentanza.


Ora per Solinas viene la parte più impegnativa perché le sue intenzioni saranno verificate e il Piano di Comunicazione diventerà lo strumento per misurarle. Naturalmente non mi aspetto che i nostri mainstream in salsa sarda consultino gli elaborati presentati dalla Giunta e svolgano un costante lavoro di accertamento dei fatti. Tuttavia ancora una volta ci penseranno i social che, pare, diventeranno centrali nel dialogo con i cittadini e le imprese.


Le maggiori difficoltà, Solinas, le incontrerà al suo interno, nella sua organizzazione, perché la propaganda a cui spesso fa ricorso per mascherare la verità con il linguaggio esperto da vecchio volpone della politica, dovrà fare i conti con la trasparenza dichiarata e con un pubblico che predilige i social per dialogare e commentare le dichiarazioni e i fatti politici.

E non sarà semplice vestire le dichiarazioni con un carattere istituzionali quando i fatti risultano poco inclini al sentiment dei sardi.


Vediamo se finiranno sui canali social l’illustrazione della legge 107, passata tra mille polemiche, e quella sul riassetto degli Enti locali con l’istituzione delle nuove Province dopo che i sardi votarono contro nel referendum indetto dal Movimento Referendario Sardo.


Penso che non sarà facile travestire di comunicazione istituzionale il pensiero politico che deve essere sostenuto non solo nel palazzo ma anche nella piazza virtuale. Andare sui social penso che sia la vera rivoluzione perché attraverso potenti strumenti di sentiment il Presidente Solinas potrà raffigurarsi la mappa del consenso tra i sardi.


Spero che lo staff del Presidente eviti di trasformare i canali social in discarica di post con il tentativo di fare audience perché presto si potrebbero trovare nella condizione di chiudere i commenti e precludersi di conoscere il pensiero di molti cittadini.

I social sono importanti se capisci che sono uno strumento di dialogo e diventano uno sprone verso chi ricerca con onestà intellettuale il valore attraverso il confronto e l’ascolto. Gli esempi dei brand che operano con questa logica ci sono. Vediamo se seguiranno il buon esempio!


A questo punto non posso che esprimere il plauso per il tentativo di dimostrare che la Comunicazione istituzionale riveste un ruolo importante. Ora attendiamo le prime mosse che ad oggi mostrano segnali di squilibrio e confermano che tra Chessa e Solinas ci dev’essere un problema di “comunicazione” visto che siamo a lunedì pomeriggio e lo spot promozionale con cui la Sardegna finirà su tanti circuiti mediatici nazionali e internazionali ancora non appare nei canali web e social dell’assessorato al turismo!

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