Un amico mi ha chiesto che cosa ne pensassi dell’annuncio di fusione di Sogeaal e Geasar, rispettivamente società di gestione dell’aeroporto di Alghero e Olbia nel nuovo soggetto Nord Sardegna Aeroporti Spa.
Diciamo che mi vengono in mente due versioni. Una versione di “sistema” e una di “antisistema”.
La prima coincide con una visione che intravede in una gestione unitaria, sotto la stessa società che effettua il controllo, F2i Ligantia (vedi P.s. in basso), il tassello che manca alla Sardegna per superare il suo handicap di sviluppo basato sul sistema aeroportuale regionale.
La seconda invece intravede una visione basata sulla sfiducia e sul cannibalismo messo in atto da un soggetto privato, seppur a partecipazione pubblica con Cassa Depositi e Prestiti, che in una logica di potere e riequilibri nazionali e internazionali punta a occupare i centri nevralgici dove si crea sviluppo e economia per l’isola e i suoi abitanti.
Le ragioni che insistono per la prima versione, quella di “sistema”, sono tante e per i sostenitori è forte la motivazione che se non facciamo sistema con i tre aeroporti la Sardegna soccomberà diventando sempre più marginale nel trasporto aereo a livello nazionale e internazionale. Un'unica società di gestione è sicuramente in grado di operare con più potere di acquisto verso i vettori aerei e di pianificare con maggiore razionalità i flussi di passeggeri a fronte degli investimenti in co-marketing necessari per assicurarsi molte tratte.
Per chi propende invece per la seconda versione teme che un unico soggetto gestore diventi talmente potente anche in termini politici verso il territorio che lo porta ad assumere un ruolo strategico in caso di interessi che non coincidono con le esigenze dei residenti e dei non residenti.
Se vogliamo questa altalena di ragioni potrebbe andare avanti per molto e alla fine non si troverebbe una soluzione adeguata perché le ragioni dell’uno e dell’altro sono in molti casi antitetiche se non dettate da interessi corporativi.
Allora provo a tracciare una ipotesi di lavoro basata su alcune domande per capire se le esigenze della Sardegna e dei sardi coincidono con scelte privatistiche, operate con il tacito consenso della Giunta regionale, tenuto conto che siamo inseriti in un contesto nazionale che a sua volta è inserito in uno scenario strategico internazionale e mondiale.
A) Partiamo dalla questione cruciale per i residenti: la gestione unitaria dei tre aeroporti giova ai residenti in termini di miglioramento dell’accesso alla mobilità verso gli aeroporti nazionali e internazionali? (ndr: parlo di mobilità e non di Continuità territoriale che ormai è svuotata di significato per lo scarso utilizzo da parte dei residenti rispetto all’interesse verso il resto delle tratte nazionali operate quasi totalmente da Ryanair, Easyjet e Volotea). ITA non opera nessun collegamento in libero mercato e quindi possiamo dire che è totalmente sussidiata da noi per i voli da e per la Sardegna.
B) La gestione unitaria dei tre aeroporti, in prospettiva, è la risposta migliore per garantire lo sviluppo dei territori senza fagocitare o indebolire uno di loro?
C) Per i vettori aerei è meglio trattare con una società di gestione che risponde dei tre aeroporti oppure con singole società che curano al massimo il loro orticello in un contesto di poteri locali incapaci di tenere conto dei fattori trainanti dell’economia?
D) La fusione consentirà a Ryanair di operare anche da Olbia?
E) La società di gestione unica a quale centro di potere nazionale e internazionale risponde quando opera le sue scelte strategiche e di investimento?
F) È possibile prevedere un sistema di contrappesi nella compagine societaria affinché i residenti possano ritenersi protetti da politiche di gestione che puntano al mero profitto declinando l’interesse verso il portafoglio anziché verso la tutela della mobilità?
G) Dal punto di vista fiscale la società di gestione ha sede legale in Sardegna?
H) Le aree metropolitane che ruotano intorno ai tre aeroporti in che modo sono rappresentate nel CdA della società di gestione tenuto conto che la Regione tace (quindi acconsente) davanti ai fatti in questione?
Sono davvero tante le domande che nascono spontanee. Trovare risposta per tutte temo che non sia facile.
Tuttavia, la naturale diffidenza che alimenta il mio senso critico verso tutte le narrazioni dipinte come sorprendenti, fantastiche, finalmente, mi induce a guardare la fusione di Alghero con Olbia e in prospettiva Cagliari come una soluzione interessante ma pericolosa se non saremmo in grado di vigilare con delegati del territorio nel CdA del nuovo soggetto giuridico.
È importante che i territori pretendano di avere un ruolo responsabile nel CdA e non deleghino la Regione Sardegna alla rappresentanza perché abbiamo assistito più volte al fenomeno che la politica regionale si rivela il peggior nemico dei sardi, addirittura peggio della stessa società di gestione privata che a volte vive in modo più rispettoso le relazioni con il territorio.
In questo modo ai cittadini sarebbe garantito un canale diretto con i loro rappresentanti (eletti) e potrebbero esercitare in modo puntuale il controllo e il monitoraggio. Giusto per fare un esempio sarebbe auspicabile che la Città Metropolitana di Cagliari assumesse un ruolo diretto di partecipazione attraverso l’acquisizione di azioni riservate ai soggetti territoriali. In questo modo 450.000 persone residenti avrebbero un ragionevole canale di dialogo con i loro rappresentanti eletti. Per Cagliari il problema è ancora più sentito perché il bacino d’utenza servito si aggira sul milione di residenti. Ecco perché è delicato il rapporto che si andrebbe a creare con un unico gestore se anche l’aeroporto cagliaritano entrasse a far parte del nuovo sodalizio societario senza le necessarie garanzie e contrappesi operando con la massima tutela. Operando nel rispetto delle procedure ammesse dalle normative nazionali e comunitarie.
Per quanto riguarda Alghero e Olbia la questione di unificare la gestione attraverso un atto di fusione societaria appare una conseguenza naturale vista la situazione che vivono i due aeroporti a forte vocazione stagionale che rischia di vederli sempre più fragili e incapaci di operare con metriche di sviluppo di successo nei mesi che vanno da ottobre a aprile. A poco servono anche le tanto sbandierate azioni messe in atto dall’assessore Gianni Chessa che al momento non appaiono come attrattori per i vettori aerei per aumentare la programmazione invernale.
Povero Gianni Chessa sembra che sia vittima dello stesso suo mantra “fare sistema” visto che i risultati tardano ad arrivare e Alghero e Olbia sono sempre più isolate durante la stagione invernale.
Fine prima puntata.
P.s.: F2i Ligantia è controllata da due Fondi gestiti da F2i (il Fondo ANIA-F2i con il 45% circa ed il Terzo Fondo F2i con il 34% circa) e partecipata dalla Fondazione di Sardegna (5%) e da due società (11% e 5% rispettivamente) gestite da fondi Blackrock Infrastructure.
F2i Sgr detiene partecipazioni negli scali di Milano, Napoli, Torino, Alghero, Trieste, Bologna, e indirettamente Bergamo, con circa 62 milioni di passeggeri complessivi (32% del traffico nazionale) e 630 milioni di tonnellate di merce (57% del traffico cargo nazionale) nel 2019.
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