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Aeroitalia e ITA insieme per la Continuità territoriale

  • Immagine del redattore: Sandro Usai
    Sandro Usai
  • 18 nov
  • Tempo di lettura: 2 min
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Il bando sulla Continuità territoriale aerea, che si chiude il 3 dicembre, man mano che viene analizzato e valutato nel dettaglio mostra una serie di criticità che difficilmente i vettori più accreditati per partecipare potranno accogliere.


I punti sono tanti e magari avremo modo di parlarne in un contributo più tecnico. Oggi mi preme invece porre un’altra questione che ritengo importante per il futuro del trasporto aereo e quindi della mobilità dei sardi.


Come ha affermato il prof. Ugo Arrigo a Cagliari - durante l'incontro organizzato dall’Associazione Stampa Sarda e dal GUS - "per rafforzare il sistema Italia del trasporto aereo è necessario elaborare strategie inclusive che prevedono alleanze, partecipazioni e fusioni societarie evitando di frammentare già le poche forze presenti." Attualmente in Italia esistono 5 vettori aerei: Ita, Aeroitalia, Air Dolomiti, Neos, Sky Alps, Alidaunia.


Per soddisfare il dimensionamento del bando per la Continuità territoriale servono 16 aeromobili. Sono tanti sia per ITA che per Aeroitalia. Dividersi gli oneri favorirebbe entrambi perché libererebbe risorse da destinare al Libero mercato. 


Anche se il bando ha previsto due tipi di aeromobili – 150 posti e 174 posti – di fatto i due principali candidati possono presentarsi solo con aerei da 174/180 posti e 189 posti.


La Regione ha previsto macchine da 150 posti solo per evitare una forte espansione dei posti offerti derivata dalla maggiorazione delle frequenze promesse dall’assessorato e sollecitata da varie parti sociali.


Con l’attuale situazione di scarsità di aerei in circolazione e con le oggettive difficoltà in cui versa ITA - che ha circa 20 aerei a terra di età compresa tra 1 e 5 anni destinati al corto raggio a terra per problemi ai motori - sarà impossibile vedere realizzato il sogno che nutre la Regione Sardegna del ritorno vincente del vettore italiano a guida tedesca. Soprattutto a Cagliari.


A questo punto, forse, conviene essere realisti e auspicare che ITA e Aeroitalia valutino l'opportunità di partecipare insieme (RTI) dividendosi oneri e ricavi.

A parte questo sul bando pesa anche la questione sulle tante condizioni e requisiti tecnici che obbligano i vettori a riconfigurare il loro modello organizzativo per soddisfare una quota di traffico passeggeri davvero piccola se vista rispetto alla torta nazionale.


Se i due manager che guidano le due Compagnie nazionali sapranno superare le ragioni che li hanno allontanati in questo periodo potrebbero godersi i frutti di una torta più grande e dividersi i risultati di un accordo solido che garantirebbe anche ai sardi un minimo di concorrenza sui servizi offerti.


Le sinergie aiutano a migliorare la qualità dei servizi, dividono il rischio d’impresa, rassicurano il Committente, favoriscono il mantenimento dei posti di lavoro con il mantenimento della base di Cagliari aperta da Aeroitalia che ad oggi conta un centinaio di persone impiegate.


Anche dal punto di vista finanziario, vista l’ingente somma posta a bilancio dalla Regione, la partita sarebbe più che garantita. Insomma, un affare per entrambi i vettori.


Creare una solida alleanza temporanea porterebbe anche a rafforzare il presidio di alcune tratte oggi servite da Ryanair perché si rafforzerebbe l’operativo garantendo ai passeggeri una scelta maggiore di destinazioni e di offerte in libero mercato.


Uniti si piò vincere, divisi è certo che si perde!

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