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Per DESTAGIONALIZZARE bisogna cambiare paradigma


Foto di piviso da Pixabay - carta europa
Foto di piviso da Pixabay

Tutte le dichiarazioni e le azioni esposte dagli esponenti della Regione in questi anni non hanno prodotto risultati tangibili sul tema della destagionalizzazione. Sino ad oggi.


Basta vedere il dato storico e il tabellone degli arrivi dei nostri tre aeroporti, oltre che passeggiare nelle principali località turistiche, per renderci conto che in questo periodo, al nord gli aeroporti e gli hotel sono in letargo e al sud sonnecchiano. Speriamo bene in primavera!


Che il tema della destagionalizzazione non sia chiaro alla politica lo dimostra anche la Delibera 45-27, che destina 10 milioni di euro ai gestori dei tre aeroporti per finanziarie le azioni di promozione e comunicazione, "... dirette alla destagionalizzazione, internazionalizzazione e delocalizzazione dei flussi turistici e dovranno, pertanto, enfatizzare aspetti territoriali non strettamente legati alle componenti del prodotto marino-balneare, quali: le città, i borghi caratteristici, gli eventi, la qualità ambientale, l'enogastronomia, i beni culturali, lo sport, il turismo attivo e il più generale concetto della qualità della vita."


Le azioni di promozione e comunicazione, svolte negli spazi pubblicitari degli aeroporti e messe in atto per stimolare i potenziali turisti a scegliere la Sardegna, anche nel periodo novembre-marzo, non sembra che abbiano prodotto effetti visibili.

I motivi del flop sono evidenti se leggiamo la Delibera. La Regione dichiara di voler delegare ai gestori aeroportuali compiti di sviluppo dei flussi turistici tipici di una DMO territoriale.

Francamente non conosco la logica di questa impostazione avulsa dalla realtà oltre che distorsiva. A meno che non abbiano costruito un'impalcatura di fuffa per giustificare l'erogazione dei 10 milioni di euro ai tre aeroporti.


Tra l'altro le azioni indicate per la promozione e comunicazione negli spazi pubblicitari presenti negli aeroporti sono inefficaci rispetto agli scopi dichiarati in premessa dalla Delibera. C'è una totale incongruenza e contraddizione.


A mio avviso ritengo che per destagionalizzare i flussi turistici sia necessario disegnare uno schema diverso, che utilizza sicuramente anche gli aeroporti per raggiungere gli scopi dichiarati, ma inserendoli in un processo capace di procurare volumi di turisti che si trasformano anche in passeggeri, naturalmente.


Tenuto conto che la Delibera prevede di misurare il ritorno dell'investimento in termini di:


  • destagionalizzazione, internazionalizzazione e delocalizzazione dei flussi turistici

  • passeggeri totali (nazionali + internazionali)

  • numero delle destinazioni collegate alla Sardegna


Mi domando come fa il gestore aeroportuale a dimostrare che grazie alla comunicazione e promozione ha convinto un vettore ad aprire una rotta e a svolgere azioni di sviluppo commerciale per dirottare quote di passeggeri verso la Sardegna.


Pompare la comunicazione e la promozione per far aumentare i volumi di passeggeri d’inverno, senza individuare la platea a cui ti rivolgi, mi sembra un'operazione che andrebbe rivista proprio nella strategia.

Tra l'altro la Delibera, proposta dall'assessore Chessa, confonde lo sviluppo turistico, che è in capo a strutture tipo la DMO, con il gestore aeroportuale che vive di passeggeri.


Per capirci meglio vi invito a guardare il grafico di processo elaborato in base allo schema utilizzato da RAS per cogliere gli obiettivi che dichiara in Delibera. Ammesso che questi finanziamenti portino qualche risultato serve chiarire che i passeggeri che arriverebbero sarebbero soli in parte turisti. Quindi diventa evidente che, se vogliamo essere buoni e giudicare i processi che si creano con lo stratagemma previsto in Delibera, si sta incentivando la mobilità aerea che è altra cosa rispetto agli obiettivi di destazionalizzazione dei flussi in quanto è traffico outgoing e non incoming.


Grafico 1 - Modello aiuti RAS
Grafico 1 - Modello aiuti RAS

Ora seguiamo un attimo il processo. Secondo il grafico n. 1, la Regione concede aiuti ai gestori aeroportuali per lo sviluppo, attraverso finanziamenti destinati alla promozione e comunicazione, del traffico passeggeri e delle rotte. Immagino che non sia un mistero che i vettori, Ryanair per primo, non si eccitano vedendo la pubblicità in aeroporto. Forse serve altro grasso per convincerli.

Una parte dei finanziamenti che l'aeroporto utilizza per co-marketing sicuramente proviene dalla marginalità che l'aeroporto ottiene vendendo i suoi servizi.

Per capirci se il servizio offerto a RAS costa 100 e il finanziamento ottenuto è di 1000 i 900 di utili possono essere destinati per sviluppo rotte, incremento frequenze, volumi di passeggeri.


Aggiungo, sempre per inquadrare il tema, che bisogna tenere a mente un concetto: i vettori come Ryanair sono "padroni" dei passeggeri e non dei turisti. Quindi è inutile affidarsi solo ai gestori aeroportuali per destagionalizzare.


A questo punto, accertato che con queste misure non è possibile raggiungere gli obiettivi chiediamoci se esiste un modello più efficace per raggiungere gli scopi di una reale destagionalizzazione.


Chiediamoci quindi, chi sono i "padroni" dei turisti che potrebbero aiutarci a centrare in modo efficace gli obiettivi?


A mio avviso, e ho conferma di questo, è necessario puntare sui Tour Operator del nord Europa se vogliamo muovere il turismo silver (per iniziare) che punta a ricercare località dove trascorrere anche un mese di vacanza durante il periodo invernale.


Nel grafico n. 2 ho schematizzato i blocchi funzionali interessati al processo. La Regione può operare direttamente o attraverso la struttura agenziale (DMO, Fondazione, Agenzia di promozione, etc) per ricercare e attivare i canali operativi capaci di creare flussi turistici anche durante il periodo che va da novembre a marzo.

Se puntiamo al turismo silver proveniente dai paesi nordici (Germania, Norvegia, Svizzera, Inghilterra e Francia) è indispensabile prevedere accordi con i T.O. che lavorano localmente.


Come si potrà notare lo schema contiene una minaccia verso la classe politica regionale. Gianni Chessa appena insediato dichiarò subito: "la DMO non s’ha da fare perché altrimenti non capisco cosa ci sto a fare io. Non posso delegare le politiche del turismo ad un soggetto terzo che utilizza i fondi dell’assessorato per fare quello che vuole." 

I risultati di questa scelta di Gianni Chessa, nonostante i suoi show, sono sotto gli occhi di tutti e anche l'ultima Delibera dimostra che non ha capito come funziona il processo di sviluppo per acquisire turisti in bassa stagione.


Grafico 3 - Modello RAS (DMO)
Grafico 2 - Modello RAS (DMO)

Se ora montate lo schema degli investimenti in comunicazione e promozione previsti dalla Regione Sardegna, sulla casella “Aeroporto” del grafico 1 emerge (ammesso che funzioni) che la filiera turistica in bassa stagione non si chiude perché al di fuori delle grandi città, dove gli alberghi operano tutto l’anno, nel resto del territorio regionale la ricettività alberghiera è quasi azzerata per gli effetti della stagionalità balneare. Certo rimangono aperte le strutture extra alberghiere ma sarebbe presuntuoso pensare che questa forma di accoglienza sia gradita alla maggioranza dei turisti.


Con lo schema rappresentato nel grafico n. 2 la Regione promuove le azioni e contrattualizza i T.O. internazionali che si impegnano a promuovere almeno due, tre destinazioni che devono possedere il requisito MARINO in città con gli hotel vicini al mare. 

Di fatto trasformiamo, nel periodo novembre-marzo, la proposta marino-balneare in marino consentendo ai turisti di godere l’ambiente naturalistico delle spiagge, le passeggiate a piedi e in bicicletta in luoghi che contemplano la vista sul mare o i panorami "scenosi" capaci di emozionare il cuore e la mente degli ospiti.


Giusto per fare due esempi, che rientrano in questo perimetro d’offerta, Alghero e Cagliari potrebbero essere le prime due località dove testare il processo di promozione e comunicazione utile per la commercializzazione.

Il T.O., incentivato dai fondi (assegnati tramiti bandi di gara pubblici) per lo sviluppo turistico, si deve occupare di contrattualizzare l’albergo dove far soggiornare i turisti e deve provvedere a selezionare le località interne dove far svolgere esperienze a contatto con i residenti per vivere momenti di squisita genuinità. In questo modo si mettono in moto i meccanismi del travaso di turisti per visitare monumenti, siti archeologici, esperienze dirette con la popolazione e le loro tradizioni. 


In concreto abbiamo imparato in tutti questi anni che se vogliamo aumentare i passeggeri che arrivano in aeroporto dobbiamo incentivare il traffico aereo tramite le società di gestione aeroportuale ovvero, come sta tentando di fare l’assessore regionale ai trasporti, Antonio Moro, in aggiunta agli aiuti agli aeroporti, prevedere l’incentivo diretto ai vettori per aprire nuove rotte offrendo la copertura del 50% dei costi delle tasse aeroportuali. Sempre che funzioni.


Se invece vogliamo puntare ai turisti è necessario stabilire contatti con i T.O. internazionali che curano ogni aspetto del pacchetto d’offerta riservato soprattutto al turismo silver del nord Europa.


Una cosa emerge chiara dal ragionamento e dal confronto: lo sviluppo turistico della Sardegna non può passare da una DMO come la conosciamo ma dev'essere un nuovo soggetto capace di elaborare strategie congiunte e integrate di trasporti e turismo.


A breve spero di poter offrire un ragionamento per superare l'attuale situazione in modo da consentirci di provare a percorrere soluzioni più funzionali alle necessità di sviluppare il turismo anche in bassa stagione.

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