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Immagine del redattoreSandro Usai

La Regione Sardegna ingrassa le low cost. Indirettamente.


Logo RayanAir - EasyJet - WizzAir - Volotea
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È davvero bizzarro quello che sta accadendo, ormai da tempo, tra le azioni di promozione della Regione Sardegna e i vettori low cost.

Un sentimento positivo confermato ultimamente anche dall'assessore Gianni Chessa.

Questa volta però non parliamo di contributi o sussidi in forma di co-marketing ma di campagne di promozione e comunicazione che quando funzionano "portano" passeggeri ai vettori low cost forti nei collegamenti internazionali e nazionali.


Più le campagne sono efficaci, stimolando la voglia di Sardegna, e più aumentano le ricerche online dei potenziali turisti di voli per l'Isola.

Il fenomeno si sta rafforzando (vedi lo studio che ha presentato l'Osservatorio Digital del Politecnico di Milano, https://bit.ly/3D3z78h) e per noi assume anche un'altra valenza a causa delle difficoltà in cui versa il servizio della Continuità territoriale che sarà sospeso da metà febbraio prossimo.

Il "sodalizio" indiretto tra Regione e low cost funziona soprattutto per il sud Sardegna dove il vettore Ryanair opera con una presenza predominante nell'aeroporto di Cagliari.


Ecco perché la dichiarazione rilasciata da O'Leary "noi non vendiamo biglietti aerei, noi vendiamo passeggeri" sia una mezza smargiassata e non rispetta la verità visto che molti passeggeri sono spinti a venire in Sardegna grazie, si spera, anche all'opera svolta dalla Regione e dagli operatori turistici.

La Regione Sardegna, di fatto, svolge un ruolo da "commerciale" creando un valore attrattivo per l'isola che si trasforma in fatturato per le low cost che operano nei nostri aeroporti.

Vista da un altro lato possiamo dire, mutando un vecchio slogan politico, "meno male che Ryanair/Easyjet/Volotea c'è".


Ma se le cose stanno così perché non uscire allo scoperto e dichiararlo pubblicamente e intavolare un confronto per creare un vero sistema capace di fornire risultati positivi per tutti? E l'azione sarebbe anche più motivata dal fatto che il comparto dell'aviazione commerciale è alla ricerca di progetti stabili che gli garantiscano i frutti nel tempo mitigando il rischio di impresa.

A pensarci bene si potrebbero fare molte cose interessanti per costruire piani di incentivazione del turismo per i mesi che vanno da ottobre a marzo (qualcuno la chiama destagionalizzazione).

Spingere con la promozione per "portare gente" con i ristoranti e gli alberghi chiusi non funziona. Quindi per completare la filiera e garantire la giusta accoglienza nelle località balneari è necessario garantire che qualcuno faccia il turno e apra.


Per le zone interne il problema non si pone perché gli alberghi sono assenti e scarseggiano anche le strutture extra alberghiere e non gli rimane che puntare sul turismo fatto da visitatori.


Destagionalizzare significa far arrivare turisti solo in luoghi già insediati dove le strutture ricettive e i ristoranti funzionano tutto l'anno. Quindi parliamo delle principali città sarde.

Ora il quadro si fa più chiaro. Abbiamo il vettore Ryanair, che su Cagliari rappresenta il 70% dei movimenti nel periodo invernale e su Olbia e Alghero potremmo contare quasi esclusivamente sulla Continuità territoriale che serve in prevalenza l'utenza locale. Di fatto per arrivare a Olbia e Alghero un turista deve prevedere più scali!

Questo può significare che la promozione che svolge la Regione Sardegna non è sufficiente per creare una pressione sulla domanda capace di orientare i vettori a destinare i loro aerei per alimentare la destinazione Alghero e Olbia nel periodo invernale.

Oppure che la domanda generata in bassa stagione è scarsa per cui non vale la pena investire.

In entrambi i casi sarebbe necessario identificare la realtà se vogliamo lavorare sull'allargamento della stagione turistica e se vogliamo rispondere alle costanti mutazioni dei bisogni dei passeggeri (residenti).


In conclusione possiamo affermare che le low cost fanno parte della catena del valore che può garantire sviluppo nella continuità offrendo la possibilità di movimento per i residenti e i turisti. L'importante è che questi signori riconoscano che il loro successo e fatturato è in parte anche merito di chi promuove la Sardegna.

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