Capisco che possa sembrare strano che la stazione appaltante (Regione Sardegna) debba trattare con i fornitori (vettori) in merito al servizio di mobilità aerea basato sulla Continuità territoriale o, come vorrebbero alcuni, un altro servizio capace di sostituire questo modello con uno migliore.
Il poco tempo che ci rimane per verificare l’impostazione del nuovo bando ci obbliga a guardare in faccia la realtà.
Continuità territoriale con OSP. Al momento gli unici vettori che, verosimilmente, si possono candidare per svolgere il servizio di Continuità territoriale come lo abbiamo conosciuto sono ITA e Aeroitalia tenuto conto di quanto dichiarato dal suo ad, Gaetano Intrieri. Il costo del prossimo bando lo conosceremo quando sarà pubblicato.
Libero mercato. Se ci affidassimo totalmente al libero mercato per le tratte su Linate e Fiumicino dovremmo prevedere di rimborsare almeno 1,5 milioni di passeggeri residenti con una spesa stimata per le casse della Regione di 105 milioni di euro a fronte di un rimborso medio di 75€. Tenete conto che al momento la Regione ha stanziato 100 milioni di euro tra Ct (50), aiuti sociali ai passeggeri (5), aiuti ai vettori (25), co-marketing attraverso gli aeroporti (20).
A questo punto se la Regione vuole avere ragionevole certezza che il prossimo bando non vada deserto anche su Cagliari deve lavorare per sminare una situazione che potrebbe farsi esplosiva per il contraccolpo economico e sociale che ne potrebbe derivare.
Purtroppo, e lo dico con sofferenza, le regole imposte dalla UE non tengono conto della situazione che si è venuta a creare in Europa in merito al trasporto aereo. Gli abitanti in Sardegna possono contare su uno strato di norme e di interpretazioni che in nome del libero mercato mettono a rischio la tenuta sociale della nostra regione.
Lo scenario che potrebbe accadere applicando queste norme associate ai servizi e ai requisiti tecnici è che nessun vettore aereo si presenta per il bando in Continuità territoriale. E allora, se accade questo, come la mettiamo?
L’ipotesi non è molto lontana e su Cagliari e Alghero è stata già sperimentata una situazione del genere.
Allora mi chiedo che cosa vorrà fare il prossimo assessore ai trasporti?
Vorrà giocare la partita del bando andando sino in fondo (26 ottobre) e come fanno i giocatori d’azzardo dire “vedo” per poi fare i conti con la realtà che potrebbe anche riservargli sorprese oppure con il buon senso iniziare a predisporre la macchina amministrativa per rispondere in tempo reale ad una eventuale situazione disastrosa?
Certo gli rimane sempre la formula dell’emergenza per 7 mesi ma anche quella si esaurisce se non profondi idee innovative o se ti appoggi allo Spirito Santo.
L’alternativa al sistema attuale è quello del libero mercato. Ma anche in questo caso chiediamoci se siamo pronti a spiegare ai residenti che il libero mercato ha formule commerciali molto diverse da quelle previste in Ct e, soprattutto, che il libero mercato in Sardegna si traduce quasi totalmente con Ryanair?
I sardi conoscono bene il regime di libero mercato perché già oggi oltre 2,5 milioni di passeggeri residenti utilizzano questa offerta di viaggio per spostarsi verso la penisola. Rimarrebbero da convincere 1,5 milioni di passeggeri, secondo le mie stime, che viaggiano con l’attuale regime di Continuità territoriale.
Rimborso ai passeggeri. La precedente Giunta ha recepito la necessità di equiparare i passeggeri residenti che viaggiano in libero mercato a quelli che viaggiano in Continuità territoriale. Infatti, con la Delibera 44-15 ha previsto una spesa di 5 milioni di euro da destinare agli aiuti sociali. A parte la formula utilizzata per i rimborsi che favorisce l’aumento dei prezzi dei biglietti e la limitazione a categorie di utenti, credo che questa mossa aiuterà il prossimo assessore a sfruttare una decisione saggia che attendavamo da tempo: tutti i passeggeri sardi sono uguali davanti alla Regione Sardegna.
Questo cari amici è la situazione reale di oggi. Come è intuibile i sardi hanno bisogno di maggiori certezze per esercitare il loro diritto alla mobilità. È compito della politica affrontare il problema e farsi portavoce di questa sfida che va risolta una volta per tutte anche nelle sedi europee.
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