Da quando è iniziata, per la Sardegna, l’applicazione del regime dei voli in Continuità territoriale è trascorso un quarto di secolo. Per il trasporto aereo e per le esigenze di mobilità dei passeggeri questo tempo corrisponde a un’era.
Con l’avvento delle low cost il mercato del trasporto aereo è stato completamente rivoluzionato e oggi i vettori che operano in Italia con questo modello di business sono nettamente prevalenti rispetto ai cosiddetti vettori legacy o tradizionali.
La Sardegna è stata tra le prime regioni italiane a essere servita in prevalenza da Ryanair, Volotea e easyJet. Oggi il vettore irlandese occupa il 54% di presenza su Cagliari e Alghero creando una distorsione di mercato da un lato e un vantaggio dall'altro per l'alto numero di rotte e frequenze favorendo la possibilità di viaggio.
I tre aeroporti sardi - Cagliari, Olbia e Alghero – vivono una situazione molto diversa per via degli effetti dovuti alla forte stagionalità (Alghero e Olbia) e del bacino d’utenza di 1 milione di residenti che insistono su Cagliari.
A queste valutazioni vanno aggiunte le stime dei passeggeri residenti che per la Continuità territoriale sono stimati mediamente al 60% nelle tratte coinvolte e che riportati sul totale nazionale pesano per il 33%.
In pratica il bando sulla Continuità territoriale soddisfa una domanda di viaggio dei residenti pari a un terzo (1/3) del totale nazionale.
Dal punto di vista della giustizia sociale sarebbe giusto che la Regione si occupasse anche dei due terzi (2/3) di residenti che viaggiano con le low cost in regime di Libero mercato riconoscendogli lo stesso status e proteggendoli dal punto di vista economico.
Detto questo è interessante analizzare la situazione che si potrebbe creare se non ci sarà una risposta piena da parte dei vettori sulle direttrici messe a bando con scadenza il prossimo 2 luglio. Ovvero bisogna chiedersi se non sia arrivato il momento di svolgere un ragionamento più ampio ed superare, senza rimpianti, il percorso sin qui effettuato. L’attuale formula, così come l’abbiamo conosciuta, difficilmente potrà essere mantenuta vista anche la proposta di un bouquet di soluzioni verso tante direttrici che, almeno per Cagliari, risponde alle esigenze. Almeno durante la stagione estiva IATA.
Il bando “provvisorio”, fotocopia del precedente per i requisiti tecnici, contiene una serie di elementi che sono fortemente penalizzanti e distorsivi e inducono i vettori a non partecipare ovvero anche quando partecipano, spesso, non garantiscono i servizi previsti.
Tra i servizi previsti dal bando, quello più delicato è il trasporto dei barellati. Così come abbiamo avuto modo di dimostrare con i numeri anche durante l'audizione alla Camera dei Deputati, questo servizio andrebbe escluso dal bando per essere trattato a parte e fornendo ai pazienti una soluzione più adeguata e aperta verso tutti gli aeroporti italiani in base alla destinazione assegnata dal servizio 118.
Il quadro attuale ci mostra da una parte la Regione che, imperterrita, ripropone sempre le stesse condizioni del bando a cui rispondono i vettori meno forti commercialmente.
Ecco perché sostengo da tempo che è necessario fare un bagno di realtà lavorando per migliorare la mobilità aerea generale che, ad oggi, è garantita dalle low cost che operano in regime di libero mercato nei nostri tre aeroporti.
Concludo dicendo che nel caso si superi l’attuale regime della Continuità territoriale a favore del rimborso ai passeggeri residenti di una quota del costo del biglietto per qualsiasi direttrice nazionale sono necessari circa 120 milioni di euro.
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