Ci voleva la conferenza stampa di fine anno, come fanno i grandi leader, per ascoltare una filastrocca di termini imparati a memoria per tentare di sorprendere il pubblico. Questo modo di fare mi ricorda il gioco de Is Biccus che facevamo da ragazzi. Guai a farci mancare in tasca le cinque pietre arrotondate da buttare per terra. Oggi le pietre sono sostituite da tutti i termini e temi che si intrecciano con il turismo e tenerle in tasca per annunciarle all'uopo è fondamentale per dimostrare che si ha dimestichezza con il dominio. Ma la realtà è un'altra e i fatti ci dicono il contrario di quanto annuncia l'assessore Chessa.
È così che, di nuovo, abbiamo potuto ascoltare il racconto fantasioso a cui ci sta abituando il troppo longevo assessore Chessa, tenuto conto di quello che dice e fa, durante l'incontro che si è tenuto presso il Business center dell'aeroporto di Cagliari.
È incredibile come un esponente (secondario) della Giunta Solinas riesca a trovare spazio, recitando a memoria una parte di fantasia, su temi che non conosce e di cui non esistono, di fatto, azioni e fatti costruiti con competenza. E il tutto per giustificare la sua inclinazione a erogare fondi pubblici a suo piacimento per attività sportive, e non solo, di cui ancora si attendono i riscontri in termini di penetrazione del mercato ai fini promozionali.
Ma siccome in questo blog parliamo di fatti, allora vi dico qual è la verità sulle azioni di cui si crogiola l'eminente assessore con la campagna "Ripartire dalla Sardegna".
La campagna promozionale d'estate. A luglio l'assessorato ha coinvolto "ventisette testate sarde: quattrodici quotidiani on line, sette radio, quattro televisioni e i due quotidiani cartacei" per sensibilizzare i sardi sull'importanza di andare a visitare i nostri tesori.
L'iniziativa, sicuramente di interesse per gli editori, è stata gestita così male che basta visitare i siti online delle testate coinvolte per capire che l'iniziativa editoriale avviata dalla Regione è senza capo e né coda.
Gli articoli appaiono spesso in spazi "angusti" dei siti che anche i lettori più avvezzi a internet stentano a vederli. Inoltre i contenuti e le URL con cui sono stati preparati i contenuti sponsorizzati non tengono conto della realtà digitale in cui devono vivere per essere visibili.
A questo aggiungete che quei contenuti non sono nella disponibilità della Regione che li ha pagati. La prova sta nel fatto che non si trova traccia di questi contenuti nei canali ufficiali dell'assessorato sciupando un'occasione importane per acquisire testi, foto, video e arricchire il repository documentale su cui lavorare anche in futuro.
I tesori di Sardegna e i sardi. Quando si fa un elenco (di tesori di Sardegna) bisogna stare sempre attenti a non dimenticarne qualcuno. E per questo che è bene prepararsi sempre uno schema arguto di racconto così che tutti i sardi e gli operatori turistici si sentano considerati e inclusi nel pensiero assessoriale.
Anche qui la realtà è ben altra. I temi elencati nel comunicato sono parole senza vita che non trovano nessun riscontro nell'azione delle politiche per il turismo messe in atto dall'assessore. Per sbugiardarlo basterebbe chiedere agli operatori dei settori citati per apprendere che non esistono azioni di valorizzazione e coinvolgimento proattivo.
I risultati dove sono? Dopo ogni lavoro o azione che ha richiesto investimenti di soldi pubblici sarebbe auspicabile vedere sempre un documento tecnico che riporta i risultati ottenuti. Leggere nel comunicato che "i risultati sono stati soddisfacenti" non significa niente se non si mostra almeno un elemento di riscontro. Siamo sempre davanti a dichiarazioni autoreferenziali che forse fanno sentire importante qualcuno ma lasciano i sardi a stomaco vuoto.
Link al comunicato stampa https://bit.ly/34nXJGN
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