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INSULARITÀ e Continuità territoriale aerea


Foto di gruppo sostenitori della Insularità
Foto di gruppo (Ansa)

Tra qualche giorno ascolteremo le riflessioni sul tema dell'Insularità e Continuità territoriale nel convegno che si svolgerà il 17 dicembre presso il Thotel a Cagliari. Vari esponenti politici proveranno a elaborare i loro ragionamenti su un tema cruciale per il diritto alla mobilità aerea dei residenti.

E allora desidero proporre qualche spunto di riflessione con la speranza che sia utile per migliorare il dibattito.

La prima cosa che i politici devono sapere è che lo schema di Continuità territoriale impostato dalla Regione Sardegna è discriminatorio almeno verso 1 milione e cinquecento mila sardi che utilizzano vettori aerei in libero mercato che non godono di nessun supporto economico per la mitigazione dei prezzi dei biglietti. L'altro milione e mezzo invece vola verso le destinazioni di Milano Linate e Roma Fiumicino godendo della copertura degli Oneri di Servizio Pubblico previsti dal bando regionale. E anche se le Compagnie rinunciano a questo tesoretto comunque sono obbligate a praticare tariffe fisse indicate dalla Regione in linea con i Decreti ministeriali.


Questa situazione, tra chi viaggia con voli a tariffe di libero mercato, che per i passeggeri di Cagliari significa utilizzare Ryanair vista la forte presenza nello scalo, e chi viaggia a tariffe concordate, fa emergere un fenomeno davvero vergognoso e discriminatorio alimentato dalla macchina regionale che in modo indolente rifiuta di prendere in considerazione modelli di servizio capaci di estendere la platea dei sardi che possono godere di una copertura sui costi. Quindi quando sentiamo parlare di Diritto alla mobilità dei sardi bisogna ricordarsi che vale solo per il 50% dei passeggeri! E questo sarebbe bene che se lo ricordino anche i sindacati e le associazioni di categoria.

Ora sarà curioso ascoltare le proposte che faranno i politici davanti a questo dato il 17 dicembre. Se fossero seri dovrebbero richiamare l'attenzione dell'assessore regionale ai trasporti affinché si senta responsabilizzato e mostri attraverso atti concreti la volontà di superare questa situazione intollerabile per un fatto di giustizia sociale.

La seconda questione che tocca sempre lo schema dell'attuale bando pubblicato dalla Regione, in scadenza a fine dicembre, riguarda la scelta di penalizzare le frequenze e quindi i posti offerti in partenza e in arrivo verso l'aeroporto di Cagliari. È curioso infatti rilevare che il principale bacino d'utenza stimato in circa 1 milione di persone venga penalizzato senza stabilire alternative sostenibili per il traffico passeggeri. Questa scelta se operata per non irritare i vettori low cost che operano su Cagliari dovrebbe essere bilanciata con una soluzione che intermedi i costi del biglietto allineandolo alle tariffe previste dal bando sulla Ct.


Qualche giorno fa il presidente Solinas ha manifestato la sua sofferenza verso le low cost che ad oggi sono le uniche che garantiscono la mobilità dei sardi verso i vari aeroporti italiani. Forse dovrebbe ringraziarle perché senza Ryanair l'aeroporto di Cagliari sarebbe già arrivato al collasso finanziario e i residenti sarebbero totalmente isolati.

Credo che sia arrivato il momento di non essere troppo schizzinosi e provare a ricercare una soluzione intelligente e senza muretti a secco.


Auspico davvero che chi ha lottato per portare a casa il principio di insularità in Costituzione non tradisca le aspettative dei residenti e non si arrenda a questa situazione discriminatoria impegnandosi pubblicamente per correggere questa stortura al fine di garantire a tutti i sardi l'eguaglianza davanti al diritto di muoversi nel nostro Paese. Senza contare che l'insularità colpisce anche i pazienti che hanno necessità di spostarsi nei vari ospedali della nord Italia che subiscono le tante limitazioni imposte dai vettori low cost, oramai unici a servire la Sardegna.


Se il Convegno determinerà questi principi allora potremmo affermare che è stato utile. Diversamente sarà una nuova occasione persa che confermerà l'inutilità del ruolo della politica per la risoluzione dei problemi che vivono i cittadini.

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