Ogni estate assistiamo ai racconti di turisti che denunciano, anche con lettere ai giornali, come funzionano i servizi (offerti ai turisti) in varie località, soprattutto di mare.
E non si tratta sempre di problemi creati da imprese che operano nel mercato turistico. Spesso si tratta di Amministrazioni pubbliche che operano in regime di monopolio autoreferenziale senza che nessun organo (di tutela del turista) possa verificare il livello di servizio erogato.
Di fatto assistiamo alla scena dove uno stakeholder opera nella gestione della filiera dei servizi turistici senza che nessuno lo possa controllare solo perché è un Comune, Provincia o Regione o altro Ente (l’elenco è lungo).
Questi corpi istituzionali sbraitano ogni volta che dicono la parola TURISMO, meno quando dicono TURISTA. Elaborano ordinanze, impongono imposte di soggiorno, delimitano gli spazi per la sosta, sanzionano chiunque osi oltrepassare le regole, anche di pochissimo!
Eppure questi signori meriterebbero anche loro le sanzioni per come operano quando toccano le filiere turistiche dei servizi offerti creando disagio con scarsa informazione, mancanza di segnaletica, calpestando le regole della buona creanza, imbastendo ordinanze che servono solo a incassare senza garanzia del dare.
Se una impresa privata operasse con questi canoni sarebbe già stata denunciata o messa alla gogna perché incapace.
È da un po’ di anni che i Comuni hanno scoperto che i turisti sono un soggetto interessante per coprire le spese. E allora perché non approfittare di questo bancomat per recuperare qualche euro utile a garantire i servizi che sono in capo a loro e magari ci scappa anche qualche Fiera?
I Comuni operano ormai come monarchie assolute. Ognuno si fa le sue leggi, i suoi regolamenti, stabilisce le tariffe dei servizi, delimita i parcheggi e dichiara il resto dello spazio off limit per limitare il carico antropico o per indurre i più vivaci che non rinunciamo a quella spiagga alla sosta “selvaggia” e comminargli una multa.
E la Regione? Dov'è? Che fa?
Il risultato di questa gestione confusa è davanti agli occhi di tutti. E il turista?
Beh, deve arrangiarsi e deve informarsi in funzione dei confini comunali perché le regole potrebbero essere molto diverse di anno in anno e soprattutto cambiano nel periodo sotto le vacanze. Se poi il turista non è italiano le cose si complicano un tantino visto che le informazioni presenti nei siti istituzionali si limitano a Delibere, Ordinanze, Tabella delle tariffe affogate nelle Sezioni interne del sito web. Insomma siamo davanti a tanti staterelli che si muovono senza una linea comune, omogenea, che contribuisce a creare disorientamento e confusione.
Va bene così? Penso di no francamente.
La linearità delle regole per la gestione dei servizi turistici offerti dai Comuni dovrebbe essere una priorità per la Regione Sardegna che dovrebbe tutelare ogni turista che arriva evitandogli di subire sanzioni, rimproveri, fischi di fallo per il solo fatto che esistono i confini comunali che non sono certo riportati nel navigatore di Google. E non è vero che i muretti a secco esistono sono al centro Sardegna per delimitare le proprietà. Mi sembra che siano ampiamente diffusi anche al sud Sardegna e siccome non si vedono sono anche più subdoli.
Vi invito a provare a leggere un po’ di regolamenti, tariffe per parcheggi, elenco dei divieti presenti a volte agli ingressi negli arenili per farvi un’idea precisa dello stato di savana burocratico-amministrativa - giuro che non è una parolaccia - in cui versa la Sardegna.
E la Regione? Dov'è? Che fa?
Per mitigare gli assembramenti in spiaggia, visto che in estate si riempiono di bagnanti, la Regione ha a disposizione un software, denominato DMS, che ha pagato circa 200.000 Euro, che avrebbe potuto mitigare il problema delle prenotazioni, aiutando i Comuni nella gestione degli spazi. Invece è abbandonato lì in qualche server.
Se sei un turista hai necessità di orientarti nel territorio seguendo anche la cartellonistica turistica che ti aiuta nella scoperta dei luoghi identitaari che non appaiono nei navigatori. Magari sarebbe bello avere la cartellonistica multimediale che ti aiuta a completare le informazioni di quel luogo superando, almeno in parte, l’organizzazione degli Infopoint turistici anch’essi gestiti dai Comuni e utilizzati spesso come leva elettorale.
Come vedete il TURISTA è un’ottima opportunità per tutti. Ci possiamo dividere le sue spoglie (nel senso che lo spogliamo e lo lasciamo nudo) tra i tanti che a vario titolo entrano in contatto con questo extraterrestre - visto il periodo Covid - guidato dal senso di scoperta cosmico che lo ha portato ad atterrare nella terra di Sardegna poco conosciuta nelle carte della galassia.
E la Regione? Dov'è? Che fa?
In tempi di carestia non si butta niente. Mica siamo scemi! Se arriva un turista l’operatore si comporta come le piante carnivore. Abbraccia il turista in una stretta mortale succhiandogli ogni goccia di sangue e lasciandolo vivo giusto il necessario per arrivare in aeroporto. E se poi questo turista torna nel suo habitat abituale e con il passa parola dice che, sì la Sardegna è bella ma i servizi lasciano a desiderare chi se ne frega? Tanto il prossimo anno ci saranno altri idealisti che decidono di venire in Sardegna perché siamo la Stonehenge del mediterraneo.
E la Regione? Dov'è? Che fa?
Facciamo una campagna di comunicazione e promozione. Svegliamo le sagome dei cittadini europei angosciati dal Covid e cerchiamo di trascinarle in Sardegna. Si può fare? Boh!
L’importante è uscire con la campagna che a ben vedere i contenuti sembra più una campagnola: fate voi se vi piace di più pensare alla macchina prodotta dalla FIAT o a una contadina.
Ancora una volta i territori, i singoli Comuni, con i soldi ricavati dalle tasse, imposte di soggiorno, sanzioni che costituiscono anche interessanti entrate di bilancio iniziano a promuoversi ognuno per proprio conto. Non possiamo mica attendere la Regione!
E la Regione? Dov'è? Che fa?
La stagione 2020 sta andando male. Ora attendiamo quella del 2021, Covid permettendo. Cambiare formula, approccio, cultura? Nooo! Stiamo scherzando?
Non sia mai che il turista abituato ai nostri modi che fanno parte del patrimonio “identitario” non scopra, tornando a trovarci, che la Sardegna era davvero Atlantide.
Ssssh! Fate silenzio che tra poco arriva il maestrale e spazza via tutte queste chiacchiere lasciando tutto il resto così com'è.
E la Regione? Dov'è? Che fa?
Le Compagnie aeree fanno finta di volare verso la Sardegna. Prima ci illudono, poi all’ultimo momento rischedulano il volo e tu sei fregato. Non lamentarti il Covid-19 è responsabile anche di questo e non è colpa di nessuno.
Ma il sondaggio diceva che la percentuale di chi vuole venire in Sardegna è molto alta. Insieme con la Puglia sono le due regioni più clicccate. Peccato che poi in Puglia i turisti sono arrivati davvero mentre qui, penalizzati dai mezzi di trasporto - care (tariffe) navi e cari (affettuoso) aerei - i turisti li stiamo vedendo su Skype. Ah! Non hai Skype?
E la Regione? Dov'è? Che fa?
Fine 1° puntata
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