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  • Immagine del redattoreSandro Usai

Il boccone amaro chiamato Ryanair (e F2i)

Aggiornamento: 6 set 2023

Lo scenario nazionale e internazionale. La dipartita di Alitalia ha indotto il Governo ad arrendersi sul tema dei trasporto aereo lasciando strada libera a Ryanair e al modello low cost sempre più attraente per i passeggeri.

È così si è consumata l’ennesima sconfitta della politica nazionale creando un disastro in termini di perdita di posti di lavoro e di reputazione.

D’altronde non erano rimaste molte soluzioni per Alitalia visto che era diventata una sanguisuga di soldi pubblici. Il management, nominato dal Governo, non è riuscita a valorizzare gli asset principali del vettore di bandiera sino a schiantarsi finanziariamente.


La farsa industriale è proseguita con la creazione di ITA. Dotata di una flotta e personale minimale è impossibilitata a competere contro i vettori ben gestiti. L’operazione, nata per salvare il salvabile di Alitalia, confluirà nel Gruppo Lufthansa. Dopo vedremo se ITA parteciperà ancora ai bandi per la Continuità territoriale.


Con questo scenario nazionale a perdere Ryanair si sente sempre più forte e dall’alto del trono che la vede vettore dominante, con 45,6 milioni di passeggeri trasportati tra nazionali e internazionali nel nostro Paese nel 2022, e uno share del 35%, è in grado di dettare condizioni per lo sviluppo del nostro paese ricattando qualsiasi Governo e gestore aeroportuale.


Lo Stato, sempre più imbrigliato da centri di potere interni ed esterni al Paese, ha dovuto accettare con muta complicità che nel suo seno si sviluppasse un virus, diventato, oggi, ingestibile e difficilmente arginabile.


Con la flotta più grande presente in Europa, Ryanair non è un soggetto che fa feriti quando vuole occupare un territorio. E tra tutti i paesi dove opera. l’Italia è il più interessante, oltreché essere fragile e appetibile a causa della mancanza di politiche chiare sui trasporti.


Gestire una compagnia aerea non è semplice. Tuttavia, sappiamo che Germania e Francia, in particolare, sono riuscite ad arginare la spinta demolitoria e totalizzante dell'azione imprenditoriale del vettore irlandese contrastando efficacemente le sue mire. In quei paesi lo Stato tutela i suoi asset (Air France e Lufthansa) e contrasta Ryanair attraverso politiche capaci di tutelare gli interessi nazionali.


Scenario sardo. Anche la Sardegna vive, in parte, le stesse dinamiche nazionali. In questi anni stiamo assistendo alla Ryanerizzazione dell’aeroporto di Cagliari e Alghero.


Il modello low cost si è impadronito del trasporto aereo in Italia e la Sardegna lo subisce totalmente. Nonostante questo i nostri tre scali isolani sono diventati anch’essi oggetto di interesse da parte di F2i che come Ryanair mira a espandersi nella gestione delle infrastrutture aeroportuali. Ha iniziato con Alghero, proseguito con l’acquisizione di Olbia e oggi punta su Cagliari.


Con questi presupposti è verosimile che a breve ci troveremo una gestione unica dei tre scali che opererà secondo il principio dei vasi comunicanti regionali e nazionali, stabilendo rapporti di partnership con gli altri gestori aeroportuali che fanno parte della rete F2i.


La politica. L’Isola sta assistendo ad una situazione di incertezza sulla mobilità aerea dei residenti e dei Non residenti senza che siano attivate valide condizioni di tutela e di garanzia per i passeggeri. La Continuità territoriale aerea da sola può fare ben poco contro lo strapotere di posti offerti dai vettori che operano in libero mercato.


La Sardegna è destinata a essere lentamente “occupata” da multinazionali del trasporto aereo e gestori di strutture aeroportuali anche grazie ai politici (locali e regionali) che con slancio ammettono di essere stati incapaci di gestire l’aeroporto di Alghero per giustificare il ricorso alla vendita della quota pubblica.


Le conseguenze. È evidente la similitudine che si è creata tra il comportamento della Regione Sardegna e l’atteggiamento dello Stato italiano che, da una parte è in difficoltà per garantire i servizi di mobilità ai suoi cittadini e, dall'altra concede spazi spropositati a fornitori esteri che finiscono per costringere le società aeroportuali costrette ad acquistare passeggeri da loro pena il rischio di soccombere.


È in questo scenario che Ryanair ha trovato terreno fertile e si è rafforzata diventando una banca fornitrice di passeggeri. D’altronde per gli aeroporti valgono le teste che transitano e oggi c’è poco da essere schizzinosi quando si sa che i conti sono minacciati da eventi mondiali e crisi locali.


Le ricadute negative della confusione che regna nei cieli italiani e della Sardegna in merito alla mobilità aerea ci sta portando a cancellare i quattro mori della bandiera sarda con la conseguenza che alla fine avremo un lenzuolo bianco per annunciare la resa.


Anche la tanto sbandierata Insularità rischia di diventare un semplice neologismo che rischia di rimanere vuoto se non riusciremo a irrobustirlo con elementi di valore utili ai sardi.


In conclusione gli scenari che stanno emergendo mi sembra che ci stiano portando a delegare primariamente Ryanair per il trasporto passeggeri e F2i per la gestione integrata delle tre società di gestione aeroportuale. Un approfondimento e una verifica non sarebbe male.


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