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Immagine del redattoreSandro Usai

FERROVIE TURISTICHE. LA SARDEGNA SEGNA IL PASSO.

Aggiornamento: 15 mag 2020


Palau Marina

Me lo sto chiedendo da molto tempo. Che fine ha fatto in Sardegna l'applicazione della legge 128 di agosto 2017 recante le “Disposizioni per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico”.


La Sardegna, con i suoi 438 km (36% della rete nazionale) vanta la rete ferroviaria a scopo turistico più estesa e la legge 128 inserisce quattro tracciati sardi molto suggestivi: Isili-Sorgono; Sassari-Palau Marina; Macomer-Bosa; Mandas-Abatax.


La Regione nell'ultimo anno è molto impegnata a valorizzare e mantenere il Trenino verde, trascurando, però, di considerare alcuni passaggi fondamentali della legge 128 che definisce il Turismo Ferroviario un prodotto Culturale, Turistico e (aggiungiamo noi) Ambientale. Di certo non una fastidiosa appendice dei Trasporti. Trascura anche altre peculiarità come il coinvolgimento responsabile dei territori nella co-creazione di valore della gestione turistica dei binari. Potenzialità invece colte con entusiasmo dalle amministrazioni locali e dagli operatori turistici, che hanno presentato richieste di affidamento finalizzate a creare un prodotto turistico che si appoggia sullo sfruttamento dei vecchi tracciati ferroviari che attraversano territori di straordinaria bellezza e totalmente incontaminati.


Cambiano anche i mezzi con cui percorrere le distanze previste per addentrarci nelle zone interne piuttosto che affacciarci sulle coste, affiancando (art. 1 della legge), alle carrozze d’epoca trainate da potenti locomotori diesel, o da locomotive a vapore, soluzioni moderne di locomozione che abbinano la tecnologia e l'energia umana creando dei nuovi mezzi, i ferrocicli, mossi grazie alla propulsione muscolare dei turisti per vivere i territori perfettamente in armonia con i principi della mobilità dolce e del turismo sostenibile ed esperienziale.


Ma tutto questo Alice non lo sa, come cantava Francesco De Gregori.


La infografica ci mostra chiaramente il primato che potrebbe avere la Sardegna nel Turismo ferroviario e che tuttavia non scuote il decisore politico per "portare a reddito" questo patrimonio secolare.


Il fatto di non saperlo (per la Regione) però non sarebbe così grave se non fosse che alle richieste di concessione già pervenute, ancora senza risposta o cenno di ricezione, siano legate opportunità di sviluppo e lavoro per molti giovani.


Eppure, come ho avuto modo di ascoltare qualche giorno fa durante una diretta Facebook, l'assessore Chessa ha origini umili, figlio di poliziotto, cresciuto in un quartiere popolare dove ha il suo bacino di voti, sempre pronto ad aiutare gli ultimi.


Ecco perché immagino che non sappia niente dell'inerzia degli uffici che guida e che a distanza di mesi non hanno ancora risposto alle richieste di concessione depositate dagli operatori turistici che vogliono avviare intraprese e creare il prodotto turistico ferroviario, altrimenti mi sarei aspettato una risposta pronta e immediata.


Certo che è strana la politica in Sardegna. Appare a volte prodiga verso i suoi figli bisognosi ricercando strumenti sociali per supportarli e poi invece trascura con il silenzio e l'indifferenza le possibilità di sviluppare il lavoro che sarebbe ben più dignitoso di ogni forma di sussidio economico.


L'importante è che nel minestrone linguistico che ascoltiamo non manchino le "parole campanaccio" che con il loro suono identificano il gregge che in politica suggellano l'ignoranza con l'incapacità di lavorare seriamente su destagionalizzazione, lotta contro lo spopolamento, creare valore e sviluppo, etc.


Chissà se dopo che legge l'assessore Chessa risponderà con il suo pezzo forte "Grazie per la domanda!" e andrà a verificare le carte.


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