Sino a quando è il clima a rovinare l’estate ci viene in soccorso il detto ottocentesco e ancora in uso: “Piove, Governo ladro”.
Ma il 2020 non ha aspettato l’estate per farci pervenire il suo messaggio. Ci teneva a diventare famoso e rimanere nella storia dell’umanità da subito.
Non voleva essere un anno come gli altri. Voleva essere speciale e sembra che ci stia riuscendo visto che ha fatto entrare in scena Coronavirus. Per gli amici Coroneddu.
Come diceva un noto comico italiano: Io speriamo che me la cavo! (film del 1992 diretto da Lina Wertmüller e interpretato da Paolo Villaggio).
Per la Sardegna l’estate è tempo di raccolto. Così è per la mietitura del grano necessario per preparare il pane e così è per il turismo, necessario per sostenere la nostra economia e migliaia di famiglie.
Scrivevo qualche giorno fa che quest’anno sarà dura per il turismo. Si palesa alle porte una forte crisi perché l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione di Coroneddu travolgerà molte filiere dell’economia nazionale. E il turismo non essendo un bene primario subirà per primo il colpo perché scomparirà dalla testa delle persone.
Tutti gli operatori turistici stanno ricevendo tantissime di telefonate di disdetta. E pare che il turismo crocieristico sarà tra i primi a soccombere visto che in questo periodo sono in alta stagione.
Se i fatti che rileviamo, riportati anche da fonti qualificate, servono per capire la portata del fenomeno mondiale e nazionale allora non ci rimane altro che elaborare una strategia concreta per quando Coroneddu deciderà di mollare la presa.
Vaste attività collegate al turismo hanno la possibilità di sviluppare strategie capaci di cambiare i paradigmi collegati all’offerta turistico-balneare, che prevedibilmente quest’anno subirà una forte riduzione di arrivi e di presenze.
La mia speranza, anche ascoltando gli esperti sanitari, è che questa fase traumatica e espansiva dell'epidemia non duri oltre la primavera e scompaia entro l’estate.
Per tanti operatori e tra questi principalmente quelli del ricettivo potrebbe accadere che il nostro autunno e il mite inverno possono diventare un’opportunità da cogliere.
E allora, forse, dobbiamo iniziare a elaborare un messaggio adeguato, una comunicazione rassicurante per chi desidera tornare a vivere la vita normale dopo che sarà passato questo periodo di forte preoccupazione e tensione.
La Sardegna è sicuramente in grado di offrire anche nei mesi post-balneari una vacanza capace di rigenerare il fisico e la mente accompagnandola con esperienze uniche e con la capacità di restituire il sorriso dopo una brutta avventura.
Dopo il passaggio di Coroneddu non ci sarà solo da ricostituire i processi economici finalizzati al reddito. Ci sarà anche da riprenderci la nostra vita e in tanti vorranno ricominciare proprio da una vacanza.
Se vogliamo tentare di non perdere l'anno (la stagione estiva ormai appare compromessa) bisogna cambiare lo schema dell'offerta turistica e puntare a raccogliere l'attenzione dei potenziali turisti che rivedremo dopo il passaggio del virus.
Se maturiamo questo convincimento potrebbe essere importante valutare di spostare l’apertura di molte strutture ricettive a settembre dopo aver svolto un’attenta azione di marketing con il supporto della Regione Sardegna che deve mettere in atto importanti azioni di promozione e comunicazione nel territorio nazionale e internazionale.
Per fare questo servono sicuramente azioni politiche immediate, una grande capacità organizzativa, velocità e forte flessibilità.
Se invece preferiamo utilizzare la tattica dell’attendismo, tipica di chi preferisce evitare i rischi che percorrere una strada nuova, seppur incerta, temo che non andrà incontro al successo perché la vittoria sarà di chi saprà meglio degli altri osare e sfidare la consuetudine di avere tutte le certezze prima di agire.
Sappiamo anche che molte strutture turistiche del ricettivo sono in mano a grandi gruppi nazionali e mondiali e se decidono di saltare questo giro non si preoccuperanno di certo di recuperare in autunno e inverno visti i loro enormi interessi a spostare turisti in zone più
calde del pianeta oppure in località sciitistiche del nord Italia o delle nazioni confinanti.
Ecco perché credo che questa volta sarà compito dei tanti imprenditori sardi, impegnati nella filiera turistica, di tentare di salvare le sorti di un anno iniziato male e che potrebbe finire in modo disastroso in assenza di iniziative.
Provare a stravolgere la consueta programmazione turistico balneare potrebbe essere anche l’occasione per testare definitivamente politiche di una diversa stagionalizzazione che si apre con una offerta mirata.
Pensiamoci perché il tempo è importante per le scelte che ci attendono!
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