È da tempo che sui media si parla degli algoritmi che operano contro i consumatori. Allora per capirci di più sul ruolo degli algoritmi ho intervistato uno di loro.
Prima hanno cercato di farmi a pezzi quelli del Governo Meloni scrivendo una norma bizzarra che per fortuna è stata ritirata. Poi mi hanno puntato il dito le associazioni dei consumatori e i giornali.
Ho subito una vera e propria gogna mediatica.
Non è facile fare l’algoritmo soprattutto quando diventi inviso a molte persone.
Tutti mi tirano la giacchetta perché oramai sono diventato il capro espiatorio di tante storture e difetti della società turbocapitalista. Quando non sanno a chi dare le colpe se la prendono con me che sono un povero algoritmo.
Non capisco perché non mi lasciano in pace?
Sto facendo solo il lavoro che mi hanno assegnato i miei padroni! E cerco di farlo bene.
Ultimamente molti giornali sono tornati a occuparsi di me per il caro voli.
Certo che sono curiosi questi giornalisti. Scrivono che la colpa è mia. Non capiscono che la mia coscienza mi suggerisce di proporre biglietti a 30 euro ma anche a 300 euro. Ho notato che quando propongo tariffe molto basse non mi fanno i complimenti. Invece mi riservano brutti pensieri quando propongo tariffe alte. Che dire? Si vede che questi giornalisti e politici si assomigliano: non capiscono come funziona la mia vita.
E scopro anche che il mondo è pieno di ingrati. Non trovo giusto che se la prendono con un povero algoritmo che svolge un lavoro per i suoi padroni e per i clienti.
Vi prego, cercate di essere amorevoli e apprezzate i miei sforzi.
In molti sognano di abolire l’algoritmo e tornare ai sistemi manuali governati dall’uomo. Veramente non li capisco.
Io sono governato dagli uomini. La differenza con i sistemi manuali è che io sono molto più veloce e efficiente e non mi lascio distrarre dal nome del passeggero o dalle notizie. Perché io sono stato programmato per essere serio.
Come tanti lavoratori anch’io sono minacciato dall’innovazione tecnologica e so già che non appena nasceranno altri algoritmi più bravi di me io andrò in pensione.
Comunque vi voglio dire che sono orgoglioso del mio lavoro e di come lo svolgo. I miei padroni mi danno fiducia e non si dimenticano di darmi tante pacche sulle spalle per i risultati che riesco a portare.
Posso anche affermare che sono molto soddisfatto dell’ambiente di lavoro che ho trovato. I dati sono puliti, gli accessi ai data base veloci. Ma soprattutto sono contento perché ho aiutato tanti padroni a migliorare la qualità della vita. D’altronde lavorare nel revenue management non è semplice. È stressante e a volte ti rovina la vita.
Diciamo che il lavoro svolto sino ad ora mi ha reso felice e orgoglioso.
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