Le bugie e la propaganda raccontate in questi anni sul diritto alla mobilità dei sardi sono giunte al capolinea. Ad aspettare ci sono i sardi ingannati dalla politica regionale incapace di elaborare una soluzione giusta, equa e sostenibile. Tutte le dichiarazioni di principio che ho sentito per bocca di tanti politici e parti sociali non risolvono il problema perché non pongono in atto le scelte connesse alle rilevazioni reali.
Se a questo si aggiunge la burocrazia regionale arroccata sulle loro idee senza senso si arriva al disastro che stiamo vedendo in questi giorni.
Anche i segnali e i suggerimenti che arrivano dalle istituzioni aeronautiche nazionali - Enac - rimangono inascoltate.
Quello che è accaduto allo scalo algherese è solo l'ultimo traguardo del fallimento in cui ci ha portato la Regione in queste ultime legislature insistendo su uno schema di bando superato dalle esigenze dei passeggeri e dal mercato.
I dati ci dicono che i passeggeri nazionali (residenti) preferiscono viaggiare con i vettori in libero mercato (Ryanair, Easyjet, Volotea, etc). Cagliari si attesta al 31,9% di viaggiatori in Ct è Alghero al 40%. Olbia n.p. ma secondo una stima è sotto il 30%.
Nonostante ciò la Regione prosegue nella sua opera suicida, trascinando tutta la Sardegna, puntando su uno schema superato di Ct non rispondente alle esigenze dei passeggeri e discriminando oltre 1 milione e mezza di residenti che utilizzano i vettori in libero mercato che operano sulle altre destinazioni nazionali.
Il grafico spiega il motivo per cui la gara di Alghero è andata deserta. La responsabilità non è dei vettori che operano secondo regole di mercato ma dei burocrati regionali che a fronte di un fabbisogno medio giornaliero di 1.200 posti pretendono ai vettori una capacità di oltre 1.800 posti con un una maggiorazione di oltre il 44% anche nei periodi invernali quando la domanda è inferiore.
Con questa forbice da colmare ,che parte da un Load factor (rapporto tra passeggeri trasportati e posti offerti) del 60%, anche i 13 milioni di Oneri di Servizio Pubblico offerti dalla Regione risultano insufficienti a convincere i vettori a operare su Alghero se non si riparte dalla valutazione dei posti offerti, dalla capacità di posti del velivolo, dal costo dei servizi aeroportuali e delle tasse che gravano sul valore finale del biglietto.
È questo il punto vulnerabile e critico del bando preparato dalla Regione Sardegna che non prevede una configurazione dinamica dei posti offerti in base alle reali esigenze mantenendo una rigidità senza senso che ha indotto i vettori aerei a rinunciare a partecipare al bando di gara.
Purtroppo la cocciutaggine mostrata dalla Regione è la causa di questo disastro annunciato che fa di Alghero un aeroporto che si avvia verso il declino lasciando orfano di un bene primario un territorio che merita ben altro.
Ora la notizia che la Commissione UE ha dichiarato "non ammissibile" la procedura negoziata per tentare di tamponare il disastro che si è creato ad Alghero pone una pietra tombale sopra ogni aspettativa che si è alimentata in questi giorni. Anche forzare in questa direzione apre uno scenario di infrazione con tutte le conseguenze che conosciamo.
La Regione ha una possibilità per affrontare il problema: utilizzare lo schema in uso in Spagna adattato al piano dei fabbisogni locale e al budget dei rimborsi ai passeggeri.
La situazione che si è venuta a creare potrebbe essere sfruttata dagli uffici regionali per avviare una prima sperimentazione di un modello misto - Oneri di Servizio Pubblico, con rimborsi alle compagnie, e Oneri di servizio sociale con rimborsi ai passeggeri. Solo quest'ultima soluzione garantirebbe equità e giustizia verso tutti i passeggeri residenti evitando la scure di europea.
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