È davvero curioso come trova il modo di esprimersi un manager che guida una società pubblica di trasporto aereo riferendosi ai vettori low cost.
Naturalmente sto parlando di Alfredo Altavilla, Presidente di ITA, che durante l’ultima audizione alla Camera, riferendosi con toni sprezzanti verso le low cost, ha affermato che trasportano polli in batteria mentre loro trasportano passeggeri.
Francamente dispiace che un manager pagato con i soldi pubblici si esprima così utilizzando un linguaggio certamente poco consono all’educazione e al garbo.
Soprattutto è interessante notare che questo signore chiamato a guidare una mini compagnia aerea si senta rappresentativo di un comparto che lo vede mignon rispetto alle compagnie low cost che hanno consentito agli italiani di spostarsi tra le varie regioni del nostro Paese e verso molte località europee.
Siccome ci piace sempre utilizzare i numeri per capire di che cosa stiamo parlando il grafico mostra il peso che rappresentano le low cost nel traffico passeggeri nazionali e internazionali.
Con tutti i limiti e le criticità che può comportare il modello low cost dobbiamo ammettere che ha consentito a milioni di italiani di viaggiare aumentando il valore del PIL e delle relazioni umane e sociali.
Mutuando le questioni locali sul diritto alla mobilità direi che è verosimile affermare che la mobilità aerea degli italiani è stata garantita per gran parte dai vettori low cost anche quando era attiva Alitalia. Oggi il discorso vale ancora di più vista l’esigua flotta di ITA che giusto per parafrasare potremo dire che fa ridere i polli.
Altavilla si lamenta la perdita del bando sulla Continuità territoriale aerea della Regione Sardegna. Forse ambiva, con la stessa arroganza di linguaggio e spregio verso le persone che apostrofa come polli, di trasformarli tutti polli superior con la sua start up dei cieli.
Ascoltando i toni e il registro delle cavolate che dice mi convinco che per i sardi è andata meglio che il bando sia stato assegnato a Volotea che con meno autoreferenzialità e più umiltà sta cercando di soddisfare il servizio previsto dal Capitolato tecnico nato in fretta e male.
Questo signore che guida ITA, non essendo del mestiere e facendo parte della corte dei polli FCA, forse non sa che i sardi sono anni che lottano per potersi spostare (viaggiare).
E anche lui, come gli altri attori (Regione e Governo) non fa altro che atteggiarsi, a parole, come un manager capace per poi dover ammettere che perde il 50% di ricavi.
Parlare male di Alitalia non gli giova perché, lì, sì, gli do ragione, è come sparare contro la Croce rossa. Ma questo non lo autorizza a denigrare tutti e ad apostrofare la dignità del personale che per anni ha lavorato e sostenuto la Compagnia di bandiera guidata da inefficienti manager nominati dalla politica. Esattamente come è accaduto a lui.
I sardi sono stati per anni spennati, senza essere polli ma semplicemente utenti, da Meridiana e Alitalia che facevano leva sulla nostra esigenza di spostamento. E anche con la Continuità territoriale aerea, che era diventata una forma di spartizione dei cieli tra i due vettori nazionali, abbiamo sempre subito lo strapotere di entrambe le società che si giovavano delle rotte in monopolio.
Per fortuna il mondo è cambiato e con esso le offerte nel mercato libero del trasporto aereo. Oggi i residenti del sud Sardegna, grazie a Ryanair, hanno a disposizione un nutrito numero di rotte verso le regioni italiane, consentendo ad oltre il 50% di passeggeri residenti, che non utilizzano il piano della Continuità territoriale in vigore e futura, di potersi spostare, ahimè totalmente a spese loro, senza dover convergere su Linate o Fiumicino.
Forse il sogno di Altavilla era proprio quello di mantenerci confinati sui due aeroporti (Linate e Fiumicino) previsti dal bando che sono anche quelli dove lui intende rafforzarsi per presentarsi con una dote più solida nel momento in cui dovrà offrirsi come la vergine al suo signore Lufthansa.
In una cosa do ragione a Altavilla. Siamo davvero polli per non aver reagito e manifestato alla politica che lo ha scelto il nostro disappunto e contrarietà. Però siamo ancora in tempo!
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