Sa Ratantira casteddaia si addice al momento che stiamo attraversando.
Soprattutto si addice a molti politici e, per non farci mancare niente, si è aggiunta la voce di Ryanair che offre un cesto di cambarà, in cambio della benevolenza del Governo per l’eliminazione dell’addizionale comunale dei diritti d’imbarco per i passeggeri in partenza dagli aeroporti italiani.
Aeroporti italiani, ricordo, dominati proprio dal vettore irlandese che ne detiene la quota di maggioranza assoluta del traffico su 26 scali su un totale di 34.
L’offerta è varia e nel cesto dei venditori troviamo maccioni, pisciurrè, sparedda e mumungioni.
Insomma, ce n’è per tutti i gusti e se non stiamo attenti rischiamo di finire nel cesto di chi offre soluzioni, ad esempio per la Continuità territoriale e la Mobilità aerea, che non sono praticabili per ragioni operative, organizzative, normative.
Badate bene non è un problema di copertura finanziaria per far volare i sardi a prezzi onesti e con disponibilità di posti e tratte proporzionali alle esigenze.
Ma allora come mai siamo sempre in affanno per cercare una combinazione di voli conveniente senza contare il caro tariffe che interessa i periodi di punta.
Che cos’è che non va nel sistema sardo del trasporto aereo che non si possa migliorare?
Prima di tutto bisogna tornare a essere seri e studiare il dominio dei trasporti aerei.
In questo momento la Regione Sardegna ha attivato tre Delibere destinate al rimborso di una quota parte del biglietto aereo a due fasce di popolazione (sino ai 26 anni e sopra i 65), agli aiuti ai vettori per l’apertura di nuove rotte (al momento non è attiva per mancanza del bando di gara), al co-marketing per “la promozione e la destazionalizzazione” attraverso i gestori aeroportuali.
Quindi a parte gli annunci, oggi i residenti possono contare sul regime di Continuità territoriale, che li porta dai nostri tre aeroporti verso Roma Fiumicino e Milano Linate, e sui voli offerti in maggioranza da Ryanair (tra poco sarà presente anche a Olbia) che ha una ampia copertura verso tutto il territorio nazionale e internazionale.
Sembrava tutto sotto controllo sino a quando irrompe Ryanair e partendo dal nord Sardegna torna a picconare l’addizionale comunale per i diritti d’imbarco dei passeggeri in partenza con la promessa che se il Governo cederà a questa richiesta Mr O’Leary investirà 4 miliardi in Italia.
La cosa sarebbe anche passata in sordina se non fosse che il Governo nell’ultima finanziaria ha sospeso l’addizionale per i passeggeri in partenza dallo scalo friulano di Trieste.
E cument’esti? A issusu eja e nosus nudda!
E da qui che è iniziato il bombardamento dei politici verso la tassa, verso il presidente della Commissione trasporti, che è un sardo, sino a Truzzu che lo ha inserito nella sintesi dei punti programmatici.
La cosa incredibile è che nessuno di questi signori si sia chiesto se le affermazioni di Mr Ryanair siano praticabili, a quali condizioni operative, i tempi, le certezze e soprattutto quali tariffe ci dovremmo attendere nel caso che il Governo li accontenti.
Il rischio che Ryanair si incameri la differenza portando a suo favore i 6,5€ per ogni passeggero in partenza è reale e anziché fare i creduloni i politici dovrebbero incalzare il Governo e il vettore irlandese per vederci chiaro.
Il tifo va bene ma cerchiamo di tenere i piedi per terra perché il rischio di avere un padrone ingombrante che governa la nostra mobilità e un altro che si occupa della Governance degli aeroporti propendendo solo da una parte ci possono portare ad una condizione di vera sudditanza e schiavitù.
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