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Immagine del redattoreSandro Usai

Attenti all'euforia da PNRR



Man mano che capisco come lo Stato sta assegnando le risorse del PNRR mi sta salendo una certa sensazioni di fallimento per il nostro Paese.

I 209 miliardi sono un gruzzolo davvero consistente che l'Italia farebbe bene a spendere con la massima attenzione e scrupolosità.


Allora la domanda che mi pongo è: Ci stiamo riuscendo? Stiamo facendo bene?


La risposta è "Temo di no", e vi dico il motivo che mi angoscia da tempo e che mi induce a ritenere che i fondi PNRR rischiano di diventare una partita di giro: dall'Europa all'Italia e dall'Italia alle grosse aziende lasciando poco al nostro Paese.


La tempistica assegnata per l'avvio dei cantieri e della realizzazione delle opere, secondo me, mal si concilia con l'obiettivo di fare bene.


Per spendere i fondi del PNRR lo Stato procede con le gare a cui partecipano solo i grandi player nazionali e internazionali in modalità aggregata. Tra le aziende internazionali si notano soprattutto le aziende USA.


I bandi prevedono in molti casi progetti che per la loro complessità non possono essere definiti nel dettaglio. Per rispettare i tempi e migliorare gli utili gli aggiudicatari sono costretti a chiedere appoggio a società terze in subappalto dichiarato o meno. Quindi dietro un nome blasonato di grande società di consulenze e big tech spesso il lavoro viene svolto da società minori che sono costrette a soggiacere a tariffe professionali molto compresse che non appaiono al cliente finale perché i lavori vengono presentati ripuliti e con le perline colorate per giusticare prezzi gonfiati e spesso fuori mercato.

Questo meccanismo, secondo me, conosciuto e accettato dal Committente pubblico, è un generatore di utili straordinario che meriterebbe la giusta attenzione da parte della Stazione appaltante.


Allora mi pongo un'altra domanda: Quanto è la marginalità che è disposto ad accettare lo Stato quando si rivolgincarica un'azienda primaria che poi si rivolge al mercato per sopperire la sua incapacità tecnica e a volte anche professionale?


E poi qual è il giusto margine che una società può pretendere per una transazione applicata ad una fornitura svolta da terzi? il 10%, il 20%, il 40%, il 60?


Senza controlli e trasparenza totale sui prezzi di acquisti e di vendita il PNRR rischia di trasformarsi nel più grande affare per gli aggiudicatari dei bandi di gara che con la motivazione della fretta e del fatto che sono Gruppi importanti il costo della fornitura cresce bel oltre il prezzo di mercato!


Il giusto guadagno andrebbe verificato e dichiarato per evitare che le enormi risorse assegnate all'Italia diventino l'affare del secolo per le Big tech dopo che siamo riusciti ad arricchire le Big farma.


Senza controlli e serietà della programmazione della spesa ci ritroveremo a breve più indebitati e senza aver ottenuto il massimo rispetto alle somme messe a disposizione, con la conseguenza che alla fine il nostro Paese sarà ancora arretrato e più indebitato.


Un'ulteriore conseguenza dei meccanismi previsti dal PNRR è che andranno ad alimentare fenomeni inflattivi tipo quelli creati dal Bonus 110 a causa di un eccesso di domanda compresso in un tempo molto breve. 


Insomma esiste un rischio reale e concreto che i fondi del PNRR si trasformino da vera opportunità di sviluppo per il nostro Paese in una debacle perché non siamo stati in grado di mitigare le avidità dei fornitori mantenendo un livello di verifiche e controlli adeguati. 


Ma questa è solo una mia sensazione! Scusate!



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