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Immagine del redattoreSandro Usai

LA DITTATURA DEI MERCATI E LA SOCIETÀ DIGITALE.


Foto di Arek Socha da Pixabay

La scuola approccia a e-learning come gli editori di giornali hanno approcciato al digitale. I primi operando in modo tradizionale (analogico) attraverso la telecamera e monitor e i secondi fornendo la versione pdf del quotidiano cartaceo.


Lo Stato e le Aziende approcciano al lavoro agile pensando che in fondo è solo un problema spaziale e che lavorare da casa vuol dire lontano dal lavoro.


Bastano questi esempi per comprendere come la società italiana mostra gigantesche lacune culturali nell'approccio all'uso dei contenuti digitale e degli strumenti abilitanti.


Ai tempi del Coronavirus, ma questa è solo una delle tante emergenze che potremmo vivere vista l'incertezza dei tempi, emerge forte la necessità di ripensare i modelli organizzativi e sociali che incidono sulla nostra vita.


Se, come in questo caso, la vita ci ha dato una lezione sferzante contro la sicumera che mostrano molte persone allora spero che questa sciagura ci induca fortemente al cambiamento profondo di tutti i nostri modi di intendere i valori della società e delle relazioni. Ecco perché è una questione di vita o di morte maturare competenze nel digitale. L’utilizzo di contenuti digitali capaci di esplorare le varie discipline professionali e educative sono di grande supporto per mitigare i contraccolpi provenienti da questi fenomeni pandemici e la possibilità di comprenderne la portata passa proprio dalla rete.


Serve la volontà e la decisione di operare a favore del digitale partendo dalla crescita culturale e quindi dalla persone.


Direi che proprio dall'insegnamento scolastico dovrebbero arrivare i segnali più forti della volontà di cambiamento animati dalla ricerca di migliorare i risultati didattici dell’azione dell’insegnamento.


Mettiamocelo in testa che sino a quando il Covid-19 non sarà debellato (ammesso che ci riusciamo) rimane la criticità su tutto quello che ci circonda.


Ecco perché questo è il momento di mettere le basi forti per rispondere ad una società indebolita nelle sue certezze e consapevole del fatto che dobbiamo rivedere i modelli sociali e economici sin qui teorizzati e sostenuti e che in questi frangenti si dimostrano autoritari verso i deboli.


Quello che sta accadendo nel mondo a causa di Covid-19 è ancor più grave nelle conseguenze per via del modello economico e finanziario che plasma le nostre vite, il nostro lavoro, l’idea di futuro. E ancora di più ora si afferma il peso di chi governa i Mercati dove maggiore è l’arretratezza della società.


Covid-19 ci ha costretti a isolarci. Interi decenni di relazioni sociali e professionali sono state sepolte e spazzate via con scarni comunicati stampa e molte comparse in TV. Ancora oggi 29 marzo 2020 non sappiamo se e quando potremo riprendere la vita normale.


E ci vorrà molto tempo per ritornare alla normalità che rimarrà comunque segnata indelebilmente.


Siamo arrivati molto impreparati su tutti i fronti aperti dal Coronovirus nonostante le Istituzioni avessero conoscenza del pericolo imminente. Vero è che per gestire fenomeni come questo bisognerebbe rivedere le politiche costantemente emergenziali degli ultimi 30 anni che hanno tagliato sui fronti della Sanità e dell’Istruzione solo per citare i più importanti per una società avanzata.


Ora che è abbastanza chiaro che dopo la catastrofe sanitaria assisteremo a quella economica che mostrerà a breve i primi segnali spazzando via in primis quel poco di tessuto imprenditoriale martoriato da decenni di inique politiche di sviluppo e che si concretizzeranno nella debacle di partite iva, di piccole e medie aziende e. se il fenomeno si prolunga, anche i grandi gruppi industriali.


Crollano anche le trincee alzate dagli Stati a protezione dei loro interessi insieme ai confini che vengono annientati da un esercito di virus sconosciuto e capace di spaventare il mondo intero.


E nonostante tutto le lobby che governano i “Mercati” trovano la forza e il piglio di creare ulteriori strumenti finanziari per mortificare i cittadini e gli Stati che davanti all'immensità della catastrofe saranno costretti ad abbassare la testa oppure a ribellarsi con forza.


Tuttavia una cosa mi sostiene e mi fa ben sperare in una presa di coscienza che ci deve indurre a mostrare il nostro coraggio opponendoci con forza a chi desidera affermare la propria arroganza mortificando i popoli e calpestando la dignità di interi popoli.


Se vogliamo opporci a questi scenari il digitale sarà l’arma più potente nelle nostre mani sin quando la rete rimarrà aperta e senza bavagli.


Quando ad un popolo lentamente gli viene tolto tutto, significa che il potere (i Mercati) ha già preso il sopravvento e sta lentamente trasformando la democrazia in dittatura.” (cit. https://bit.ly/2QSL2gr).


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