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Immagine del redattoreSandro Usai

Il futuro è nelle nostre mani.

Aggiornamento: 23 mar 2020

Lo dicevo pochi giorni fa a un caro amico: studiamo come svoltare l’angolo e allontanarci quanto possibile da questa sciagura che stiamo vivendo.


Avremo necessità di capire che cosa è rimasto dentro di noi dopo questa esperienza e che cosa vogliamo essere ancora. Saremo segnati ma capaci di fornire l’esperienza di chi ha attraversato un tunnel pericoloso e capace di demolire anche le indoli più forti.


A differenza dei fatti cinesi, circoscritti in un’area, da noi risulta tutto il Paese coinvolto nella pandemia e questo sarà la causa che ci condurrà a una maggiore vulnerabilità sociale e economica facendo saltare tutte le certezze e le sicurezze che avevamo.

Con il resto dell’Europa che non è messa meglio.


Allora che facciamo, che cosa vogliamo fare?


Non appena scollineremo la fase acuta del Coronavirus dovremmo guardarci attorno e stabilire come ripartire. Dopo un rapido sguardo al passato e un commosso ricordo verso chi non ci sarà più tra di noi bisognerà iniziare l’opera di ricostruzione consapevoli che nulla è duraturo e infinito.


Quindi mitighiamo la paura che ostacola i ragionamenti che ci servono per immaginare il prossimo modello di sviluppo che vorremmo.

Sono anche consapevole che per i cosiddetti “Mercati” questo momento rappresenta una minaccia di perdita di profitto e questo ci dovrebbe far paura perché ci sarà un tentativo forte di condizionare le scelte dei Governi nazionali affinché mantengano le dinamiche sin qui adottate a tutela dei grandi Gruppi finanziari (americani) e dei Paesi forti (totalitari) che governano le loro economie come la Cina.


Starei attento a non fare il tifo per una o l’altra parte dal momento in cui entrambe cercheranno di fagocitare le risorse del nostro popolo costringendoci a rinunciare a quasi tutto quello che abbiamo conosciuto e ancor di più adesso che rischiamo il tracollo economico e finanziario.


Saranno utilizzate tutte le leve disponibili per darci una carota che ci sembrerà anche la salvezza sino a quando non capiremo che è un cetriolo.

Anche se saremo stremati da questo periodo non possiamo rinunciare a determinare il nostro destino attivando ogni iniziativa capace di riprenderci i valori e le capacità sviluppate.


La storia ci insegna che in tutte le rivoluzioni l’impulso popolare è sempre stata la leva capace di stravolgere l’ordinamento imposto dai Governi che aveva reso intollerabile la gestione della vita dei cittadini.

In questo momento non è escludibile che se continua questo stato di quarantena crescerà il pericolo di vedere ampliarsi la miseria nelle famiglie e nelle aziende con la conseguenza che si possa verificare una reazione sociale incontrollabile e capace di spazzare ogni certezza democratica.


Ecco perché è indispensabile creare le basi affinché si crei un nuovo rapporto fiduciario tra cittadino e Stato centrale capace di abbattere le ingiustizie sociali per propendere verso l’equità eliminando il più possibile quelle differenze nate soprattutto dalle furbizie e dalla disonestà ben tollerata dallo Stato in questi decenni.


Mi auguro che dopo queste misure emergenziali, che ci vedono tutti rinchiusi in casa in attesa che passi il pericolo da Coronavirus, il Governo capisca che è arrivato il momento della solidarietà e dell’equità sociale attuando misure capaci di farci saltare il fosso tutti insieme.

Anche perché, nel mentre, sarà aumentata la base sociale delle famiglie che saranno passate dal ceto medio a quello della povertà ampliando, quindi, la necessità da parte dello Stato di recuperare risorse preziose per poter far fronte al fenomeno. E non sarà una formula come il Reddito di cittadinanza che ci salverà dal disastro se non si lavora per diminuire le enormi disparità e garantire a tutti accesso al lavoro.


Ci salveremo da questo stato di povertà che ci minaccia se sapremo anche incidere nelle scelte profonde che il Governo dovrà fare per garantirci il futuro.


Non mollate!

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